Leo e Francesco hanno fatto nascere due gemelli in Usa e hanno chiesto al Comune di essere inseriti entrambi sul certificato. Richiesta respinta perché la legge non lo consente, dopo il no alla stepchild adoption. Anche se altre città si sono ribellate
Trapani, no al secondo padre sul certificato di nascita La coppia: «Decisione amara, ma il sostegno ci consola»
Otto lunghi mesi di attesa, poi il no da parte dei servizi demografici del comune di Trapani che hanno rigettato la richiesta presentata da una coppia di genitori omosessuali di trascrivere il nome del secondo padre nel certificato di nascita dei loro due gemelli, nati in California con la maternità surrogata e figli biologici della coppia.
Una vicenda, quella di Leo e Francesco, che accende i riflettori su una problematica che investe centinaia di famiglie arcobaleno, finita già al centro di una interrogazione in consiglio comunale presentata da Dario Safina, del Pd, a cui ha fatto seguito una mozione che verrà discussa nei prossimi giorni.
La coppia ha presentato l’istanza lo scorso mese di luglio. L’atto di nascita dei due bambini era già stato trascritto sui registri comunali al rientro della coppia dagli Stati Uniti, su richiesta di uno dei due papà che in un primo momento aveva dichiarato di essere l’unico genitore perchè in Italia non è consentito fare diversamente. Nonostante l’approvazione delle Unioni Civili nel 2016, infatti, è rimasto un vuoto sul tema della stepchild adoption, stralciata dalla legge Cirinnà dopo un aspro dibattito. Quel provvedimento avrebbe consentito al coniuge di un genitore omosessuale di adottare il figlio dell’altro componente della coppia, acquisendo così gli stessi doveri e diritti nei confronti dei bambini.
Alcune amministrazioni locali come Bologna, Palermo, Catania e Napoli, seguendo l’onda partita da Torino, hanno deciso di esprimersi sul riconoscimento di entrambi i genitori dello stesso sesso sui certificati di nascita dei bambini delle coppie arcobaleno al fine di «garantire gli stessi diritti per tutti». Se da una parte alcuni sindaci hanno deciso di aggirare l’ostacolo, in assenza di una normativa chiara, il comune di Trapani ha deciso di rigettare la richiesta di Leo e Francesco.
Nelle motivazioni che hanno portato al diniego, il Comune di Trapani richiama la decisione della prima corte di Cassazione che, «proprio per la delicatezza delle questioni e delle materie coinvolte relative al riconoscimento della doppia paternità derivante da un provvedimento straniero (come nel caso dei due gemelli trapanesi ndr), ha rimesso gli atti per la trattazione a sezioni unite, rilevando che il riconoscimento della doppia paternità da un lato violerebbe i limiti della giurisdizione per invasione della sfera delle attribuzioni del legislatore e, dall’altro, legittimerebbe una condotta che l’ordinamento italiano punisce penalmente».
Adesso la palla passerà nelle mani del tribunale. «La decisione di questo sindaco – afferma Leo, uno dei due papà coinvolti nella vicenda – mi amareggia ma è legittima. Io sono abituato a vedere sempre il lato positivo delle cose e questa esperienza ha fatto emergere il volto bello di Trapani. Tanti i messaggi di sostegno che ci sono arrivati e questo ci consola». Il primo cittadino Giacomo Tranchida ha preferito invece non esprimersi sul punto, invitando però le varie forze politiche ad intraprendere una seria battaglia per colmare i vuoti legislativi e riaccendere il dibattito proprio sulla doppia genitorialità delle coppie arcobaleno.