Durante la visita organizzata per la Settimana delle culture niente sembra funzionare. Cambi di programma, custodi introvabili e persino una messa in suffragio di un defunto sottolineate dalla - poca - musica degli strumenti storici, protagonisti mancati dell'evento
Tour degli organi antichi, tra chiese chiuse e disguidi Cronaca di un pomeriggio d’arte e di ordinaria follia
Palermo: città che trabocca cultura da ogni angolo, spiraglio, crepa e fessura di vicoli, portoni, vestiboli e palazzi. Non mancano certo luoghi e storie da scoprire e da cui lasciarsi affascinare, si possa essere palermitani o turisti non fa differenza. E le occasioni per scoprire luoghi e storie della città non mancano: si può approfittare, per esempio, delle manifestazioni che periodicamente vengono organizzate per promuovere la cultura locale, come la Settimana delle Culture, attualmente in corso. Opportunità da non perdere per partecipare a incontri e dibattiti su arte, musica, letteratura e per visitare palazzi, musei e mostre. Tra gli eventi in programma, lo scorso 16 maggio è stata organizzata una visita guidata agli organi storici delle chiese di San Giorgio dei Genovesi, San Domenico e l’oratorio dell’Immacolatella, condotta da Diego Cannizzaro, organista, musicologo ed esperto dell’arte organaria antica siciliana.
La chiesa di San Giorgio dei Genovesi è la prima tappa del tour che però, all’ora prestabilita per la visita, è chiusa. Viene contattato il parroco, che aveva dato l’assenso alla visita, ma l’unico ad avere le chiavi è il custode, che però è assente. Conclusione: la prima tappa dell’itinerario salta. Alla chiesa di San Domenico, invece, Cannizzaro ha la possibilità di deliziare i partecipanti con i racconti legati alla storia dei due organi, opere del XVIII e del XIX secolo, strumenti poderosi che fiancheggiano l’altare maggiore. Dotati di due anime differenti, le peculiarità sonore dei due organi sono state messe in evidenza dalle esecuzioni del maestro: quello più moderno – da poco restaurato – si contraddistingue per il suono più amplificato e potente; lo strumento settecentesco, invece, per la sonorità più dolce e tenue.
Secondo il programma, il tour dovrebbe concludersi all’oratorio dell’Immacolatella, ma durante il percorso si apprende che la terza tappa è la chiesa di Sant’Anna. Qui, però, il parroco è in procinto di celebrare la messa. Promette di fare il prima possibile; intanto molti dei partecipanti abbandonano il gruppo. Dopo quaranta minuti di attesa, finalmente inizia la visita all’organo di Sant’Anna: lo strumento è un capolavoro di artigianato barocco e, nonostante il restauro degli anni Settanta, mantiene inalterata la sua sonorità morbida e delicata. Il tour termina qui, tra equivoci, eleganti esecuzioni musicali e l’indiscussa bellezza dei luoghi visitati; ma l’episodio offre l’occasione per fare alcune riflessioni. Potrebbe essersi trattato di un episodio sfortunato, ma non è la prima volta che accadono disguidi poco piacevoli.