Antonino e Sebastiano Bontempo Scavo sono stati raggiunti da un provvedimento di custodia cautelare. Il primo è stato già condannato in secondo grado a 13 anni e sei mesi per associazione mafiosa. Avevano preso di mira due commercianti di Castell'Umberot, attivi nel settore dell'agricoltura biologica
Tortorici, padre e figlio arrestati per estorsione Tra richiesta di assunzione e merce non pagata
Sono stati arrestati a Tortorici per tentata estorsione aggravata Antonino e Sebastiano Bontempo Scavo, padre e figlio, 52 e 25 anni. I due erano finiti sotto la lente degli investigatori fin da gennaio del 2016, quando i militari di Sant’Agata di Militello hanno cominciato a indagare su di loro. Grazie a intercettazioni e testimonianze, i carabinieri sono così riusciti a documentare come i due avessero più volte minacciato e intimidito due fratelli imprenditori di Castell’Umberto, attivi nel settore dell’agricoltura biologica e commercio di mangimi e cereali.
Forti della loro appartenenza, come esponenti di vertice, alla storica famiglia mafiosa di Tortorici, avrebbero tentato di obbligare i commercianti, con pressioni e minacce, a cedere un’ingente somma di denaro e altre utilità. Le vittime avevano da poco aperto un nuovo punto vendita nel comune di Mirto. Proprio qui si è presentato Antonino Bontempo Scavo, chiedendo l’assunzione del figlio Sebastiano presso una delle loro imprese. A distanza di qualche tempo come spiegano i carabinieri, «il ragazzo, con fare arrogante, è tornato nel locale, esigendo dai commercianti il regalo», mentre in altre occasioni avrebbero preso merce senza pagarla.
Il più grande dei due arrestati è stato coinvolto nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum ed è stato condannato in secondo grado a 13 anni e sei mesi per associazione di tipo mafioso ed altro. È considerato uno degli esponenti della cosca mafiosa tortoriciana facente capo al boss Cesare Bontempo Scavo, in carcere in seguito alla condanna all’ergastolo. Antonino Bontempo Scavo, in passato, è stato coinvolto anche in un agguato di stampo mafioso, nel quale è rimasto ucciso un altro affiliato del clan.