Tony Gentile e il celebre scatto di Falcone e Borsellino. Trent’anni dopo un libro raccoglie le foto diventate storia

È di Tony Gentile la celebre foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che parlano in confidenza. Scattata insieme ad altre negli anni terribili in cui la guerra di mafia macchiava di sangue la Sicilia. Uno scatto iconico diventato simbolo della lotta alla criminalità organizzata.

A trent’anni da quegli eventi, un volume raccoglie un corpus di immagini catturate dal suo obiettivo: fotografie che, da documenti di cronaca, sono diventate storia, e che restituiscono un’immagine polifonica della Sicilia, sospesa tra la violenza delle stragi perpetrate da Cosa nostra e la tenace resistenza della popolazione. È “Luce e memoria” un libro – introdotto da Ferdinando Scianna con un testo e un’intervista all’autore raccolta da Carlo Sala – dedicato a un territorio e a un’epoca la cui memoria è ancora profondamente viva nella coscienza del nostro Paese.  

La presentazione del libro di Tony Gentile, moderata – nella sala De Curtis – dall’avvocato Pippo Pappalardo, critico e storico della fotografia, ha riaperto la stagione dell’Acaf, associazione catanese amatori fotografia presieduta dal giornalista Pippo Sergi, che dal 1986 diffonde e promuove la cultura fotografica.

GUARDA IL VIDEO


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo