Tombini otturati, un prof mappa quelli di Cibali «Per segnalarne cento ho impiegato solo tre ore»

Monitorare e mappare le caditoie di Catania per accelerarne la pulizia, e avere la situazione costantemente sotto controllo. È questo uno degli obiettivi futuri dell’amministrazione per risolvere il problema dell’occlusione dei tombini. Una circostanza che dà luogo a fenomeni di allagamento in alcune parti della città. A determinarli i pochi interventi di manutenzione, dovuti alla scarsità dei fondi messi in bilancio a questo scopo. «Fare un censimento dei tombini è uno degli scopi della mia delega ma ci vogliono tempo e risorse», aveva dichiarato l’assessore comunale al Decoro Salvo Di Salvo a MeridioNews. «È un lavoro per cui potenzialmente non ci vogliono molti soldi. Basterebbe che cittadini e amministratori collaborassero», dice un docente etneo di Matematica, Arturo La Spada

Il 29enne insegnante, infatti, tre anni fa ha mappato circa cento tombini occlusi del quartiere Cibali. Nello specifico, ha girato un video in cui riprendeva quelli di via Cesare Beccaria, via Ala, via Gigi Macchi, piazza Lanza, via Gian Battista Impallomeni, via Cesare Vivante, via Orchidea e via Mimosa. Per poi sbobinare le immagini e mapparle grazie a una sorta di Wikipedia cartografica, ovvero Open street map. L’ha fatto perché aveva «sentito un’intervista in cui il sindaco Enzo Bianco chiedeva ai catanesi di segnalare il mancato funzionamento dei pozzetti urbani per fare sì che l’amministrazione potesse intervenire più rapidamente – racconta La Spada – Ho pensato di esercitare un dovere civico». Un lavoro che complessivamente gli ha portato via «circa tre ore di tempo, meno di un pomeriggio», sottolinea.

L’operazione è nata dalla volontà di «rendersi utile alla propria città ma – afferma – ho lasciato perdere perché mi sono accorto che quel lavoro non è servito a nulla e che quegli stessi tombini sono rimasti pieni di materiale di risulta». In alcuni dei pozzetti urbani «ho notato che mancava manutenzione da decenni. Anche perché – aggiunge – altri residenti mi hanno confermato che uno dei materiali visibili a occhio nudo era la cenere di un’eruzione dell’Etna del 2003». Un’assenza di tempestività nell’intervento comunale «che in molti Comuni del Nord curano realizzando mappe online e applicazioni dotate di gps tramite le quali i cittadini possono segnalare eventuali disservizi alle autorità competenti in un attimo», dice La Spada. 

Motivo per cui «se l’amministrazione comunale fosse interessata a qualcosa di simile io potrei offrirmi a mappare i tombini della città gratuitamente, ovviamente – conclude – con la collaborazione dell’ente e dei cittadini». Un’attività che il professore di Matematica definisce «uno scambio di virtuosità». Paventando la possibilità di sfruttare lo stesso metodo e i medesimi strumenti per migliorare il funzionamento della raccolta dei rifiuti urbani o delle linee del trasporto pubblico. Settori in panne e dove il processo di digitalizzazione – già avviato in realtà più prospere – tarda ad avviarsi. 


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