Sono in pieno svolgimento a palermo le commemorazioni della strage di capaci. Tutto secondo un copione già visto. Stamattina sono arrivati migliaia di giovani da tutta italia, con le due navi della legalità. Unica nota positiva in una città invasa da politicanti e auto di scorta. Per il resto, il solito trionfo della retorica, con lo show di fabio fazio e roberto saviano nell'aula bunker, dove alle domande dei ragazzi si è risposto con i soliti cliché. Niente che valga la pena di essere ricordato.
Tina Montinaro: “A Palermo manifestazione retorica”. Guarnotta: “La guerra contro la mafia si vince a Roma”
Sono in pieno svolgimento a Palermo le commemorazioni della strage di Capaci. Tutto secondo un copione già visto. Stamattina sono arrivati migliaia di giovani da tutta Italia, con le due navi della legalità. Unica nota positiva in una città invasa da politicanti e auto di scorta. Per il resto, il solito trionfo della retorica, con lo show di Fabio Fazio e Roberto Saviano nell’aula bunker, dove alle domande dei ragazzi si è risposto con i soliti cliché. Niente che valga la pena di essere ricordato.
Un inno alla retorica a cui non si è sentita di partecipare la vedova di Antonio Montinaro, uno degli agenti di scorta, morto con Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, la moglie. Gli altri ragazzi morti il 23 Maggio 1992 si chiamavano Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Tina Montinaro non ha usato perifrasi: “A Palermo non ci sono piu” iniziative ‘vere e sentite, con testimonianze e memoria’, ma ‘c’e’ soltanto la manifestazione della retorica’. Lo ha detto nel corso di in un’intervita al Tg dell’emittente televisiva Antenna Sicilia, che ne ha anticipato il testo.
Sulla trattativa Stato-mafia, Tina Montinaro sottolinea che “dopo le tante situazioni che ci hanno voluto propinare da 21 anni, adesso gli ‘italiani chiedono di sapere. Solo la verità – conclude la vedova del caposcorta di Falcone – e’ la vera legalità, la vera antimafia”.
E ha ragione…
Palermo, la Sicilia, l’Italia, non hanno bisogno né delle lettere di Napolitano né delle sfilate dei politicanti. Solo la verità su quegli anni sarebbe il segnale di uno Stato che ha tra i suoi valori la legalità. Concetto che i magistrati impegnati nelle inchieste sulle trattative Stato-mafia, ripetono ormai da mesi. Concetto che stamattina, parlando con l’AdnKronos, ha ribadito il Presidente del Tribunale di Palermo, Leonardo Guarnotta: “La battaglia quotidiana contro la mafia e il malaffare si combatte in Sicilia, come in Calabria o in Campania ma l’atto finale si vincera’ a Roma”.
E alla domanda se ritiene di essere ottimista o pessimista sul nuovo Governo Letta, Guarnotta ha detto: “Piu’ che pessimista o ottimista sono realista. Vorrei vedere questo Governo all’opera. Mi preoccupa il fatto che nel discorso introduttivo di Letta non ho mai sentito la parola mafia”.
“Non credo di dovere fare un appello al nuovo Governo- dice all’agenzia di stampa- ma bisogna uscire certamente dalle dichiarazioni di facciata e passare ai fatti. Noi fin dall’84 abbiamo chiesto, ad esempio una legge sui collaboratori di giustizia ma l’abbiamo ottenuta solo nel ’91.Se i tempi sono questi, ho paura che, ricordando quanto diceva Giovanni Falcone secondo cui la mafia era un fenomeno umano e come tale finira’, non riusciro’ a vedere quel giorno”.
Nel giorno del ricordo di Falcone le lacrime dei coccodrilli di Stato
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