Per salvare il complesso termale da Palermo era stato istituito un fondo speciale. Adesso l'assessore regionale all'Economia si oppone al provvedimento. «Aiutare con soldi pubblici rischierebbe di sconfinare nel danno erariale», ha spiegato alla deputata del M5s Angela Foti, che rilancia con una nuova proposta
Terme Acireale, a rischio i 450mila euro dalla Regione Baccei: «Sarebbe un aiuto statale a un ente privato»
Sostenere che le terme di Acireale possano essere salvate dal definitivo tracollo a cui, da anni, sembrano essere destinate è forse troppo; ma ciò non toglie che la Regione potrebbe fare di più. A esserne convinta è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Angela Foti, che ieri pomeriggio ha incontrato a Palermo l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, per discutere della delicatissima situazione finanziaria attraversata dallo stabilimento termale acese. Da alcuni giorni, infatti, il complesso ha chiuso i battenti. E se la motivazione ufficiale fa riferimento a lavori di manutenzione, in città circola solo una voce: che la causa reale va ricercata nella montagna di debiti, undici milioni e settecentomila euro da distribuire tra mutui con le banche, Agenzia delle entrate, Comune di Acireale, Enel e società idrica.
Tuttavia a fronte di queste somme da pagare – testimonianza della quantomeno poco accorta gestione che ha caratterizzato lo stabilimento nel corso degli anni – altre potrebbero entrare nelle casse dell’ente garantendo alla struttura una piccola ma fondamentale boccata d’ossigeno. Il tutto in attesa del tanto atteso bando con il quale la Regione dovrebbe selezionare il soggetto privato a cui cedere la gestione delle terme. Tra le risorse su cui fino a poche settimane fa il commissario straordinario delle terme, Luigi Bosco, pensava di poter contare c’è il fondo di circa 450mila euro che la Regione, appena due mesi fa, aveva deciso di istituire.
L’articolo 12 della legge 3/2015 prevede, infatti, la creazione di un capitolo da 800mila euro destinato alle terme di Acireale e Sciacca «al fine di evitare il depauperamento del patrimonio regionale, per la conservazione del valore delle imprese» e nelle more dell’affidamento ai privati. A opporsi al provvedimento – il cui inserimento all’interno dell’esercizio provvisorio era stato salutato come una vittoria da parte dei deputati regionali di riferimento sul territorio acese – è però oggi la stessa giunta Crocetta.
Secondo Baccei, aiutare con soldi pubblici le terme sarebbe una misura che rischierebbe di sconfinare nell’ipotesi di danno erariale, poiché si tratterebbe di un vero e proprio aiuto statale a un ente di diritto privato: «L’assessore all’Economia – dichiara l’onorevole Foti – ha sottolineato come sia impossibile dare seguito ai dettami dell’articolo 12 dell’esercizio provvisorio poiché si configurerebbe un aiuto statale in un settore che concorrenti privati che non usufruiscono di questo genere di sostentamenti». Sul carattere giuridico dello stabilimento, il deputato del Movimento 5 Stelle non è d’accordo con il responsabile dell’Economia: «Ritengo sia doveroso – continua Foti – ricordare che le terme sono sì una partecipata ma con azionista unico la Regione».
Ma la questione più importante riguarda il percorso che si vorrà far intraprendere al complesso termale, strada che a dire il vero negli ultimi anni è sembrata non seguire un itinerario ben preciso: «La Regione deve stare attenta a gestire questa situazione – attacca l’esponente pentastellata –. Bisogna chiedersi cosa si vuole fare delle terme nell’immediato futuro, poiché ne vale dello stesso valore economico della struttura». È in tal senso, dunque, che bisognerebbe trovare il modo per riuscire a trasferire i 450mila euro promessi dall’Ars appena due mesi fa. «Siamo sicuri che, lasciando chiuso lo stabilimento, il danno al patrimonio della Regione non sarebbe superiore?», si chiede Foti, che poi lancia una proposta: «Una possibilità potrebbe essere quella di inserire la somma tra gli oneri che il soggetto privato che rileverà la gestione delle terme dovrà assumersi nei confronti della Regione». Un’ipotesi, questa, che Baccei avrebbe promesso di valutare.
Nell’attesa di saperne di più, intanto, la giornata di ieri ha riservato anche una piccola buona notizia: l’Asp di Catania si sarebbe infatti decisa a saldare le fatture presentate dalle terme per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Allo stato attuale, però, la somma – pari a circa 200mila euro – non basterebbe a determinare un cambio di rotta all’ente. È anche in quest’ottica che cresce l’interesse attorno alle azioni di responsabilità nei confronti dei consigli d’amministrazione delle Terme di Acireale Spa: se per quanto la gestione Angiolucci l’azione sarebbe stata già avviata, all’esame vi sarebbe la possibilità di procedere nella stessa maniera anche per fare luce sugli anni in cui a guidare le terme vi fu Margherita Ferro.