«Entro febbraio saranno consegnati l'ospedale San Marco e la metropolitana». Parola di Saverio Ruperto, amministratore giudiziario del colosso delle costruzioni etneo sotto sequestro. Ieri ha incontrato i lavoratori e le sigle sindacali, parlando, tra le altre cose, degli sviluppi sulla vendita e delle attenzioni del governo
Tecnis, manifestazioni d’interesse per l’azienda Ruperto racconta attenzioni di Renzi sulla metro
«Entro febbraio verranno consegnati cinque o, al massimo, sei lavori in tutto il territorio nazionale. Catania è compresa, con l’ospedale San Marco e la metropolitana». Questa la promessa che l’amministratore giudiziario di Tecnis Saverio Ruperto ha fatto ieri pomeriggio durante l’assemblea plenaria con i lavoratori e le sigle sindacali dell’azienda. Dove avrebbe confermato, contemporaneamente, di aver ricevuto alcune «manifestazioni d’interesse da parte di diversi imprenditori» nei confronti delle risorse aziendali del gigante etneo delle costruzioni, che prima di essere sequestrato dalla magistratura era stato messo in vendita dal consiglio di amministrazione. Notizie che lasciano ancora sospesi i destini dei lavoratori dell’impresa ma che, dopo la bufera giudiziaria che ha colpito i vertici – Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice -, tracciano una fotografia non del tutto cupa per l’intero indotto industriale.
In particolar modo, per le tratte della metropolitana in cantiere, Ruperto – spiegano i lavoratori – ha comunicato la presenza di un forte interesse da parte dei ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e, in prima persona, da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Il governo ha molto a cuore la chiusura del cantiere – avrebbe continuato l’amministratore durante l’incontro – in caso contrario, se i tempi non saranno rispettati, ci sarebbe un gravissimo danno d’immagine». Che la metropolitana sia al centro della cosiddetta cura del ferro – teoria internazionale, molto cara al ministro Graziano Delrio, secondo la quale intorno alle aree dove passano le linee ferrate si determinano trasformazioni che producono ricchezza economica, politica e culturale – lo conferma anche Giovanni Pistorio della Cgil. Che parla di una riunione tra Ruperto, i funzionari dei ministeri coinvolti, il sindaco Enzo Bianco e l’assessore Luigi Bosco.
«Il primo cittadino e l’assessore ai Lavori pubblici si sono incontrati con il funzionario del ministero dei Trasporti Virginio Di Gianbattista, ed entro i primi giorni di dicembre verrà fatta una prima verifica sui lavori». «Se i tempi dovessero essere confermati – continua il sindacalista – La metropolitana potrebbe mandare in appalto il lotto che permette di collegare Lineri a Misterbianco e ci sono concretissime possibilità di finanziamento del lotto Stesicoro–Aeroporto». Gare per un totale di 500 milioni di euro entro il 2017. Del resto, lo confermano le sigle sindacali, l’amministratore giudiziario Saverio Ruperto ha mantenuto la parola. Quasi tutti gli stipendi arretrati sono stati versati ai lavoratori, i cantieri sono rimasti aperti e i fornitori sono stati pagati. Ad assicurarlo è anche il segretario generale della Filca Cisl di Catania Nunzio Turrisi che parla di «ottimo lavoro» da parte della gestione commissariale, e di «vicinanza» dei funzionari del tribunale nei confronti dei dipendenti.
«Siamo sicuri che le quote che ci spettano arriveranno prima della fine del mandato di Ruperto», aggiunge Turrisi. Una data ormai alle porte, il 19 febbraio 2017, punto d’arrivo dei 12 mesi in cui il giurista romano ha preso in mano le redini del colosso delle costruzioni, in attesa di giudizio nei confronti della proprietà. «Il tribunale sta pagando in maniera regolare le mensilità, gli enti previdenziali e quelli assistenziali – spiega il segretario Filca – il commissario ha fatto un grande lavoro, riuscendo a riacquistare affidabilità sia con i fornitori che con le banche, che hanno concesso un po’ di accesso al credito». A tal proposito, durante l’assemblea, Ruperto ha voluto rassicurare i lavoratori: «Stiamo lavorando sodo per dare tutti gli arretrati ma le previsioni d’incasso purtroppo non coincidono quasi mai con la realtà. Viviamo ogni giorno nell’incertezza – avrebbe ammesso – L’unico dato sicuro è che, al momento del mio insediamento, la produzione era vicina o poco sopra lo zero mentre oggi siamo in positivo».
Un periodo proficuo – nonostante la paura che si è diffusa tra gli operai all’indomani dell’arresto dei due imprenditori etnei – che però oggi volge al termine, lasciando spazio a tre tipi di scenari possibili. In base alla tempistica nella quale la magistratura giudicante esprimerà il suo parere su Bosco e Costanzo. Una prima ipotesi, come avrebbe spiegato lo stesso Ruperto, prevede che, in caso di assoluzione, l’azienda torni nella disponibilità dei proprietari, aprendo a destini incerti. In alternativa il tribunale potrebbe disporre la confisca dell’azienda, conferendone il controllo all’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati alle mafie. Infine, in ultima ratio, Tecnis potrebbe essere partecipata da un ente pubblico come lo Stato o la Regione, o ceduta. Ipotesi, quest’ultima, per la quale qualcuno si sarebbe già mosso. Ma che per concretizzarsi deve attendere il momento in cui l’amministratore lascerà la società.