Il passo indietro dello scrittore è solo l'ultimo capitolo di un periodo travagliato per lo Stabile. Dopo le critiche ricevute dal sindaco Orlando e con i dipendenti che non ricevono stipendio da oltre due mesi. Rosso (Slc Cgil): «Il direttore ha triplicato gli incassi. Diatriba tra management, soci e politica»
Teatro Biondo, si dimette Roberto Alajmo Crisi troppo grave, il Cda chiede altri tagli
Roberto Alajmo si è dimesso da direttore del teatro Biondo. Nonostante un cartellone di alto profilo e gli sforzi degli ultimi mesi per il rilancio, il deficit dello Stabile continua a essere importante: circa cinque milioni di euro. Così, complice anche la presa di posizione del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha definito il teatro «isola infelice», sono giunte le dimissioni dello scrittore, che nel settembre del 2013 aveva preso il posto di Pietro Carriglio alla guida dell’ente. Dimissioni non ancora prese in considerazione, tuttavia, dal Consiglio d’amministrazione, riunito oggi, che non ha trattato l’argomento perché «non all’ordine del giorno» e ha anzi rilanciato chiedendo ad Alajmo e al consigliere Vittorio Scaffidi Abbate un ulteriore sforzo per «predisporre un piano straordinario di intervento».
«Tale piano – dice il Cda – pur individuando i tagli possibili in tema di produzione, ospitalità e gestione delle risorse, come deliberato dall’assemblea dei Soci, dovrà, necessariamente, tener conto di criteri e parametri quantitativi e qualitativi posti dalla normativa vigente per garantire le caratteristiche strutturali di Teatro Stabile e, quindi, evitare rischi di contrazione del contributo ministeriale legato a teli requisiti». Sullo sfondo, tuttavia, resta una realtà dagli equilibri precari, con i dipendenti che protestano per gli stipendi che non arrivano da oltre due mesi. «Abbiamo avuto rassicurazioni che in settimana arriveranno gli stipendi di giugno e luglio» dice Maurizio Rosso, segretario della Slc Cgil, che definisce quella interna al teatro una «diatriba tra management, soci e politica».
«La settimana prossima – prosegue il sindacalista – con l’arrivo del contributo nazionale e del contributo regionale sarà pagata la quattordicesima. Questa per il momento è l’azione più urgente. I lavoratori sono preoccupati, stanno pagando in prima persona il prezzo di risanamento di questo teatro. È fondamentale erogare i finanziamenti in tempi e modi certi, un anno di ritardo porta al black-out totale dell’attività: gli interessi passivi delle anticipazioni bancarie si accumulano, non c’è possibilità di programmare le stagioni, non vengono pagati i fornitori. Tutto questo innesca un meccanismo diabolico. E invece la politica continua a improvvisare».
E sulle dimissioni di Alajmo, Rosso si dice sorpreso. «La notizia delle dimissioni ci coglie alla sprovvista, ancora non ha completato il suo percorso. Anche se responsabile di alcuni errori, Roberto Alajmo ha triplicato incassi e abbonamenti, ha ridato slancio e visibilità nazionale a questo teatro da troppi anni chiuso in se stesso e isolato, ha portato Emma Dante, personaggio di spicco, nel panorama internazionale. Forse paga il prezzo di alcuni aspetti riferiti all’organizzazione del lavoro e alla produttività, che poteva mettere a punto meglio. E al reperimento di risorse private. L’integrativo aziendale non andava tagliato ma ridiscusso». Ma nuovi tagli sono ugualmente in arrivo per lo Stabile, almeno secondo le indicazioni fornite dal Cda che «ritiene ineludibile l’avvio di una procedura straordinaria di ulteriore contenimento della spesa, tendenzialmente, nei termini e nei limiti indicati nell’assemblea dei soci del 6 giugno scorso, anche se non può non osservare che la vita amministrativa e artistica del Teatro, per l’esercizio finanziario in corso, si è già esaurita per quasi gli 8/12 del suo iter, e che risente ancora oggi del disagio economico derivante dalla scarsa liquidità di cassa per i ritardi nell’erogazione delle quote associative da parte dei Soci Regione Siciliana e Comune di Palermo».