«Il contributo 2015 del comune di Palermo non è ancora stato erogato - dice il consigliere comunale Filippo Occhipinti - con la conseguenza che di soli interessi per il ricorso alle banche si pagheranno 100 mila euro. Dov'è il tanto sbandierato intervento della giunta Orlando?»
Teatro Biondo, lo spettacolo di Emma Dante andrà in scena Sciopero sospeso momentaneamente per la prima
Erano in sciopero da tre giorni, da quando la direzione aveva comunicato che «già da gennaio il Teatro non sarà nelle condizioni di erogare gli stipendi». I quaranta lavoratori del teatro Biondo, hanno però deciso di sospendere momentaneamente la protesta, dando quindi il via libera alla prima dello spettacolo di Emma Dante. Hanno chiesto al sindaco di Palermo Leoluca Orlando «l’apertura immediata di un tavolo istituzionale al fine di superare le problematiche evidenziate» e Orlando ha garantito la disponibilità delle risorse economiche, attraverso «l’utilizzo del fondo di riserva».
«La vita dei dipendenti del Teatro Biondo di Palermo è ormai una via Crucis ha detto il consigliere comunale Filippo Occhipinti -, i lavoratori che sono stati chiamati più volte negli ultimi anni a contribuire, con grandi sacrifici per le proprie famiglie, al risanamento dello Stabile colmando i continui e irresponsabili tagli fatti dalla Regione, a cui si aggiungono quelli del Comune per il 2015. Per non parlare del fatto che il contributo 2015 del comune di Palermo non è ancora stato erogato, con la conseguenza che di soli interessi per il ricorso alle banche si pagheranno 100mila euro. Dov’è il tanto sbandierato intervento della giunta Orlando? – si chiede Occhipinti – gli unici a pagare sono, come sempre, i lavoratori che si sono visti tagliare il salario integrativo». Poi il consigliere si rivolge al sindaco: «Faccia chiarezza: vuole far chiudere il Biondo o il Comune non ha ancora pagato perché è alla canna del gas? La Regione e soprattutto il Comune, che nel passato si è sempre mostrato attento alle maestranze del Biondo, paghino quanto devono per aiutare i lavoratori».