Il soprintendente ha concesso 60 giorni all'amministrazione e alla presidenza del Consiglio dei ministri per smantellare la struttura. «L’autorizzazione a suo tempo concessa era provvisoria». Il sindaco ha presentato una variante che attende il parere della Regione. Chi lavora lì spiega: «Ogni volta si blocca la funivia»
Taormina, elipista per il G7 «abusiva, va demolita» Il Comune prova a salvarla, usata anche per il 118
Dalla scorsa settimana è scattato il termine di 60 giorni per smantellare l’elipista Bongiovanni di Taormina, realizzata in occasione del G7. Una struttura definita abusiva dal soprintendete a Beni Culturali di Messina, Orazio Micali che con una nota firmata anche dalla dirigente della sezione Beni paesaggistici, Maria Mercurio, ha intimato di disporre «il ripristino dello stato dei luoghi nell’area dove nei mesi scorsi è stata realizzata l’elisuperficie». Destinatari: il Comune di Taormina e la presidenza del Consiglio dei Ministri, in particolare il prefetto Riccardo Carpino, commissario per le opere del G7. La nota è stata indirizzata anche al prefetto, alla procura di Messina e al dipartimento regionale dei Beni Culturali.
Un termine perentorio di due mesi per la rimozione dell’elipista anche perché, spiega Micali «l’autorizzazione a suo tempo concessa era provvisoria e limitata al solo periodo di svolgimento del G7 di fine maggio». Il summit internazionale è durato solo due giorni, ma quella struttura è ancora lì. Inoltre, come si legge nella nota della soprintendenza, «l’elipista non è conforme allo strumento urbanistico, come risulta dagli atti prodotti dall’amministrazione comunale medesima», ed «è priva dell’autorizzazione paesaggistica». Anche perché «Il territorio del Comune di Taormina è regolato dal piano territoriale paesaggistico dell’Ambito 9» e «l’elipista è stata realizzata senza la necessaria autorizzazione definitiva».
Sono quindi stati violati gli obblighi di protezione e conservazione, per cui l’elisupeficie presente a Taormina è abusiva. Se il governo regionale non troverà una soluzione, il prefetto Carpino e il sindaco Eligio Giardina rischiano una denuncia penale e un’ammenda salata. Il Comune di Taormina sta tentando il tutto per tutto e ha presentato una variante urbanistica che sarà esaminata dal Cru, il consiglio regionale per l’urbanistica. Anche perché per smantellarla si dovrebbe affrontare un costo di duecentomila euro e dopo il G7 è stata usata come pista per l’elisoccorso.
«L’elipista non si tocca – incalza il sindaco Eligio Giardina – è una struttura che in questi mesi ha salvato delle vite umane e altre ancora ne potrà salvare». Sull’utilità ai fini sanitari concorda anche il responsabile del 118 di Messina, Domenico Runci che conferma come in questi mesi la struttura sia stata usata dall’elisoccorso. «A Taormina c’è un importante reparto di cardiochirurgia pediatrica in cui arrivano bambini da tutta la Sicilia – spiega -. Prima, quando non c’era l’elipista, gli elicotteri atterravano al Policlinico di Messina e i bambini venivano trasferiti su ambulanze speciale, per lo Sten, servizio trasporto emergenza neonatale».
Il sindaco Giardina si augura che «il Cru possa dare parere positivo per la conferma di un’opera che è fondamentale per questo territorio, volendo anche ricordare che tra un mese ci sarà un altro G7 a Taormina, quello delle pari opportunità». La questione adesso è nelle mani dell’assessora regionale ai Beni culturali Aurora Notarianni che per la sua professione da avvocato si è più volte occupata di questioni ambientali, conosce bene i risvolti positivi e negativi della vicenda. «Ho già parlato con il prefetto Carpino – spiega Notarianni a MeridioNews – sto chiedendo pareri e sto studiando il problema insieme ai tecnici del dipartimento».
Il sindaco Giardina vorrebbe che l’opera costruita in cemento non venisse smantellata e che, anzi venisse utilizzata, magari soltanto in momenti di estrema difficoltà. A protestare contro la realizzazione dell’elipista nei mesi scorsi era stata Legambiente. Anche perché per dar spazio all’elisuperficie erano stati sdradicati degli alberi di ulivo, con la promessa che sarebbero stati ripiantati dopo lo smantellamento della struttura. Ma l’elipista è ancora lì e degli ulivi nemmeno l’ombra. A chiedere buonsenso è Claudia Balistreri, direttore dell’hotel Miramare, struttura che sorge nei pressi dell’elipista. «Se utilizzata per l’elisoccorso non c’è problema, ma se, come si vocifera, venisse data in uso a privati, allora dico no, perché per utilizzarla ogni volta si blocca la funivia, si blocca il traffico. Per questioni emergenziali si può accettare. In altri casi no».