Sviluppo Italia Sicilia: 30mila nuovi posti di lavoro in 10 anni, ma la Regione l’azzoppa…

Ha creato 30mila nuovi posti di lavoro e oltre 12mila imprese. Numeri da capogiro in una Sicilia che, di anno in anno, sprofonda sempre più nella palude di una crisi economica strutturale e congiunturale. Sono i numeri di Sviluppo Italia Sicilia, società acquisita dalla Regione nel 2008 da Invitalia, e che si occupa prevalentemente di creazione di impresa e attrazione di investimenti esteri. Obiettivo raggiunto considerando i risultati ottenuti in questi 10 anni in cui l’economia siciliana è stata praticamente ferma. Tutto bene?

Nient’affatto. Il passaggio della società nelle grinfie della Regione, che la controlla interamente dal 2008 (dopo la fuoriuscita di Invitalia) si sta rivelando fatale. L’inerzia e la scarsa attenzione verso le esigenze del territorio da parte del governo, pare stiano mettendo a rischio una realtà, forse l’unica,  che finanzia nuove imprese.  L’unico pensiero della Regione siciliana sembra essere stato quello di cambiare i vertici ogni sei mesi (tranne il direttore generale, Vincenzo Paradiso, che sembra inamovibile). Proprio oggi la notizia che, Cleo Li Calzi, capo della segreteria tecnica di Lombardo, torna a fare il presidente del cda al posto del dimissionario, Umberto Vattani. Due ruoli alquanto  impegnativi, o almeno, così dovrebbero essere considerati.

Ma la cosa che preoccupa di più i sindacati è che, nonostante il piano di riordino delle partecipate e la finanziaria del 2007 abbiano previsto un rafforzamento della sua funzionalità in virtù della esigenza di sviluppare nuove attività imprenditoriali in Sicilia, la Regione sta facendo esattamente il contrario.
La Regione Siciliana dalla sua acquisizione ha mostrato un totale disinteresse tanto che dal 2008 al 2010 non ha provveduto neppure alla nomina del componenti del Consiglio di Amministrazione necessari per guidare la Società verso i suoi obiettivi storici e istituzionali e quando lo ha fatto ha pensato bene di sostituirli ad intervalli di pochi mesi” denunciano le organizzazioni sindacali. Che puntano il dito contro “l’inerzia del governo regionale che non ha ancora applicato la Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Legge Finanziaria 2007), che ha previsto il trasferimento delle competenze e delle risorse finanziarie per la gestione delle leggi di creazione d’impresa e autoimpiego (c.d. prestito d’onore)”.

Da qui una lettera rivolta direttamente al Presidente della Regione  dove non si escludono azioni di protesta e di lotta. La missiva contiene passaggi illuminati e vale la pena leggerla: “Le Oo.Ss. esprimono, con la presente, forte preoccupazione per l’attuale situazione economica e finanziaria della società Sviluppo Italia Sicilia, perdurante da mesi e ormai giunta sino al punto da mettere a rischio il pagamento delle retribuzioni dei dipendenti a partire dal prossimo mese di Luglio. E’ irragionevole che ad una società “in house” l’equilibrio economico-finanziario sia precluso da vincoli normativi e da commesse che prevedono condizioni contrattuali fortemente penalizzanti dal punto di vista economico” si legge nella lettera inviata a Lombardo.
“Le Oo.Ss. da tempo denunciano suddetti nodi strutturali che impediscono alla società di raggiungere l’equilibrio gestionale, essendosi rilevati nulli, sotto questo aspetto, i frequenti avvicendamenti al vertice, decisi dal socio con cadenza semestrale. Ad aggravare la grave situazione di Sviluppo Italia Sicilia concorre la mancata declinazione di quanto stabilito dal piano di riordino delle società partecipate – da parte dell’azionista – in un piano industriale coerente, nonostante l’assegnazione dell’area Sviluppo e Innovazione alla società, che per professionalità e competenze acquisite potrebbe giocare un ruolo determinante per lo sviluppo del territorio siciliano.
Il recente stop della Corte dei Conti alla stipula del contratto per l’assistenza tecnica sul PSR al Dipartimento Agricoltura” sottolineano i sindacati nella missiva “rischia di diventare, nell’attuale quadro, fatale per una società in cui la crisi di liquidità mette a rischio il pagamento degli stipendi ai lavoratori e in cui quest’anno, per la prima volta, il capitale sociale è stato intaccato dalle perdite di esercizio”.
“Sviluppo Italia Sicilia, che ha già creato 30mila posti di lavoro e oltre 12mila imprese, può rappresentare una reale risorsa propulsiva per lo sviluppo del territorio siciliano e  non è possibile farla morire lentamente ma inesorabilmente, anche alla luce delle grandi prospettive che si aprirebbero per la società con il subentro delle Regioni nelle funzioni in materia di incentivi all’Autoimprenditorialità ed all’Autoimpiego prevista dall’art. 28 comma 1 del Decreto Legge 31 Dicembre 2007 n. 248, convertito con modificazione, nella Legge 28 Febbraio 2008 n. 31″.
“Nel rappresentare l’estrema urgenza della situazione che necessita di azioni tempestive, le scriventi Oo.Ss. nel proclamare unitariamente lo stato d’agitazione fanno presente che in mancanza di un riscontro entro e non oltre venerdì p.v., attiveranno tutte le iniziative di lotte ritenute necessarie per la tutela dei diritti dei lavoratori, in primis l’attivazione del tavolo di crisi presso la Prefettura di Palermo”.


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