Il leader di Confcommercio Sicilia Pietro Agen si scaglia contro Rosario Crocetta e vira verso la ricostituzione della Camera di Catania. Dopo il 10 giugno, come stabilito dalla legge nazionale di riordino del settore, ad avere l'ultima parola sugli accorpamenti sarà l'organismo guidato da Ivan Lo Bello
Super CamCom, gli scenari dopo la sospensione Fusioni entro giugno o decisione a UnionCamere
Considerato il periodo dell’anno, Pietro Agen sceglie la metafora carnascialesca: «Re Burlone, quello di Palermo, dice che vuole revocare il decreto». Re Burlone sarebbe Rosario Crocetta. Il sarcasmo del leader di Confcommercio Sicilia è indirizzato in particolare ad un frase – «Revocherò immediatamente il decreto di accorpamento» – del comunicato con cui il governatore, ieri, ha reso noto che il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda ha accolto la richiesta, avanzata della Regione, di stoppare l’accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa e portare in conferenza Stato-Regioni la proposta di restituire autonomia ai tre organismi. Nel pomeriggio di ieri anche una nota ufficiale dell’associazione catanese dei commercianti ha espresso forti dubbi sul fatto che Crocetta possa revocare il decreto di accorpamento emanato il 25 settembre 2015 dal ministero, dunque fonte di diritto sovraordinata.
Ora Agen vuole che Catania vada avanti da sola: «Il 28 febbraio – aggiunge – giorno in cui avrebbe dovuto tenersi la prima assemblea della SuperCamera, il gruppo che fa riferimento alla città etnea chiederà immediatamente la ricostituzione della Camera di Commercio cittadina. Se qualcun altro vorrà seguirci, ce lo faccia sapere». Infine accusa la politica di aver messo pesantemente le mani nella vicenda, e definisce «ondivago, contraddittorio, ambiguo» il comportamento del presidente della Regione, parlando dello scorporo come del «suicidio collettivo di Ragusa e Siracusa».
Perché adesso Confcommercio accelera per la ricomposizione della Camera catanese? Agen teme che l’attuale stato di sospensione si protragga fino al 10 giugno, data a partire dalla quale sarà UnionCamere a decidere il destino delle sedi territoriali che fino a quel momento non avranno operato accorpamenti. Lo stabilisce il decreto legislativo sul riordino del settore entrato in vigore il 10 dicembre 2016, che prevede un numero massimo di 60 CamCom su base nazionale. A presiedere UnionCamere nazionale è Ivan Lo Bello, ormai da anni indicato come leader della fazione contrapposta ad Agen e suo avversario nella corsa alla leadership dell’ormai abortita Camera accorpata. Secondo diverse stime, all’area di Confindustria (la stessa di Lo Bello, che ne è stato vicepresidente) potrebbero riferirsi meno della metà dei consiglieri camerali che, invece, starebbero dalla parte di Confcommercio.
Adesso che la procedura di accorpamento è bloccata e deve passare dalle mani del ministero, però, si aprono una serie di scenari. Uno dei quali prevede che Catania scampi dagli accorpamenti imposti dall’alto in quanto Camera di una Città Metropolitana, secondo un’altra previsione della legge nazionale. Frattanto l’assessora regionale alle Attività produttive Mariella Lo Bello chiarisce che la conferenza Stato-Regioni che si occuperà della faccenda non è quella convocata per la giornata di oggi. «Il lavoro preparatorio – spiega a MeridioNews – necessiterà di diversi giorni».