L'impresa di trasporti di Angelo Ercolano è stata inserita nell'elenco delle aziende non soggette a tentativi di infiltrazione mafiosa. «Come è possibile - si chiede il deputato Claudio Fava, che ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno - che un'azienda legata, sia pure attraverso un nipote incensurato, a una delle più famigerate famiglie di mafia, che ha appena subito un sequestro preventivo e che è accusata di frodi fiscali possa avere titolo per partecipare a ogni pubblica gara d'appalto?»
Sud Trasporti nella white list della prefettura Fava: «Chi protegge la famiglia Ercolano?»
La Sud Trasporti, azienda di Angelo Ercolano, è stata iscritta dalla prefettura di Catania nella propria white list, l’elenco di «fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa operanti nei settori ritenuti a maggiore rischio». A dare la notizia e a sollevare dubbi sulla decisione è il deputato Claudio Fava, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno. «Chi protegge la famiglia Ercolano?», si chiede il vicepresidente della commissione parlamentare antimafia.
Angelo Ercolano è cugino dell’ergastolano Aldo Ercolano e nipote del defunto storico boss di cosa Nostra a Catania, Pippo Ercolano. Non è stato mai toccato da indagini legate alla mafia ed è tuttora incensurato. A settembre del 2013 è stato denunciato per evasione fiscale, finendo al centro di un’indagine della procura di Catania su un giro di fatture false per un totale di 5 milioni di euro. La sua società, la Sud Trasporti, si sarebbe servita di unaltra ditta di Palermo, la Trasporti e spedizioni, evasore totale, per frodare il fisco. A questa venivano concessi fittiziamente in locazione mezzi appena acquistati, ma che rimanevano invece nella disponibilità dellimpresa degli Ercolano. Secondo gli inquirenti la società palermitana, oltre a non versare i contributi previdenziali per i lavoratori, fatturava il servizio di trasporto, in modo che la Sud Trasporti ne potesse trarre un ulteriore credito. Un sistema ben organizzato in cui il 20 per cento dei pagamenti che la Sud Trasporti effettuava a favore della società palermitana, sarebbe tornato poi indietro, alla ditta catanese. Per questo sono stati denunciati Maria Ercolano, amministratore delegato, e lo stesso Angelo Ercolano, presidente della società che ha subito un sequestro preventivo di circa due milioni e 500mila euro.
L’episodio è ricordato da Fava nella sua interrogazione. «Come è possibile – si chiede il deputato – che un’azienda legata, sia pure attraverso un nipote incensurato, a una delle più famigerate famiglie di mafia, un’azienda che ha appena subito un sequestro preventivo e che è accusata di pesantissime frodi fiscali possa essere impunemente iscritta nella white list della prefettura, con titolo per partecipare a ogni pubblica gara d’appalto?». Secondo le norme vigenti il requisito per chiedere di far parte della white list è non essere soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa e operare in uno dei seguenti settori: trasporto di materiali a discarica per conto terzi; trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto terzi; estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti; confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo, bitume; noli a freddo di macchinari; fornitura di ferro lavorato; noli a caldo autotrasporti per conto terzi; guardiana dei cantieri.
«L’episodio – continua Fava – ricorda, nella sua gravità, la recente decisione, per fortuna revocata, di togliere dal regime del 41 bis il cugino di Angelo, il capomafia Aldo Ercolano, nonostante la Dia continui a ritenerlo il reggente della cosca mafiosa dei Santapaola. La sensazione è che una parte delle istituzioni imprenditoriali e politiche di Catania continui a manifestare una intollerabile e incomprensibile subalternità nei confronti della famiglia Ercolano che ha segnato nel sangue, è bene non dimenticarlo, la storia di Cosa Nostra in quella città». Da aprile a Claudio Fava è stata assegnata una scorta dopo che è stata intercettata l’intenzione da parte della famiglia Ercolano di organizzare un attentato contro di lui.