L'interdittiva al colosso delle costruzioni, che in città sta realizzando, tra l'altro, i lavori dell'anello ferroviario, non avrà alcuna ripercussione. Arcuri: «Una gestione di tipo commissariale ci sembra la migliore, perché fortemente attenta non solo agli utili di impresa ma anche alla realizzazione delle opere»
Stop a certificato antimafia, Tecnis verso commissariamento Il vice sindaco: «Nessuna interruzione per i cantieri in città»
Nessuna ripercussione per i cantieri di Palermo a seguito della sospensione del certificato antimafia all’azienda Tecnis, il colosso delle costruzioni che in città sta realizzando i lavori dell’anello ferroviario. L’interdittiva – disposta dalla prefetta di Catania Maria Guia Federico e fondata su argomentazioni coperte da segreto di ufficio – è stata notificata giovedì all’impresa, i cui vertici catanesi Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, che nelle scorse settimane hanno rassegnato le dimissioni, sono stati arrestati lo scorso 22 ottobre insieme ad altre otto persone, nell’ambito dell’operazione denominata Dama Nera su appalti e corruzione che vede indagate al momento 31 persone.
A fugare ogni dubbio su possibili stop ai lavori in atto in città è il vicesindaco Emilio Arcuri che a MeridioNews ha spiegato: «La Prefettura d’intesa con l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, sta studiando la soluzione del commissariamento e nelle more non si sospendono cantieri. Una gestione di tipo commissariale ci sembra la migliore – continua -, perché fortemente attenta non solo agli utili di impresa ma anche alla realizzazione delle opere». E Tecnis spa – partecipata al 50 per cento dalla Cogip – a Palermo e in provincia ha diversi e grossi appalti: quello relativo all’anello ferroviario, ovvero il completamento della metroferrovia del capoluogo siciliano per un importo di circa 150 milioni di euro, il disinquinamento della fascia costiera dall’Acquasanta al fiume Oreto, cioè l’eliminazione degli scarichi nel porto e l’adduzione delle acque al depuratore dei corsari con potenziamento del sistema Cala, per un importo pari a 15.007.949 euro e in provincia di Palermo, quello per l’interporto di Termini Imerse. L’interporto dovrebbe sorgere nell’area compresa tra il porto di Termini e il fiume Himera e avrebbe dovuto vedere luce agli inizi del 2016 ma così non sarà. Un’opera da 74 milioni, di cui 14 privati e i restanti coperti da fondi europei. I lavori sono bloccati da luglio 2014 a causa di un voto contrario dell’Assemblea regionale siciliana che ha bloccato la ricapitalizzazione di Sis, Società Interporti Siciliani guidata da Alessandro Albanese, committente dei lavori.