La storia dei 130 milioni di euro e' una balla. Perche' se la regione non chiude le rendicontazioni passate non puo' pagate gli enti e societa' del settore. Che, di conseguenza, non possono pagare il personale
Stipendi arretrati: i lavoratori della Formazione ancora una volta presi per i fondelli
LA STORIA DEI 130 MILIONI DI EURO E’ UNA BALLA. PERCHE’ SE LA REGIONE NON CHIUDE LE RENDICONTAZIONI PASSATE NON PUO’ PAGATE GLI ENTI E SOCIETA’ DEL SETTORE. CHE, DI CONSEGUENZA, NON POSSONO PAGARE IL PERSONALE
Domanda: è vero o no che il Governo regionale ha stanziato 130 milioni di euro per pagare gli stipendi arretrati ai dipendenti della Formazione professionale siciliana? Risposta: no, è una balla. E il motivo è semplice: se lAmministrazione regionale non procederà alla rendicontazione degli anni ancora sospesi, non potrà pagare gli enti formativi che continueranno a non poter pagare i dipendenti.
Insomma, nella confusione generata da coloro che interpretano al meglio il ruolo di ‘distruttori’ di questo settore, è giunto forse il momento di fermarsi a riflettere.
Scioperi, sit in, manifestazioni, proteste di ogni tipo sono essenziali per far capire al Governo e ai cittadini la drammaticità di un settore in ginocchio. Un po’ meno utili sono gli incontri settimanali dove i governanti di turni e i burocrati raccontano solo fesserie.
Ragazzi, diciamolo: i 130 milioni di euro messi a disposizione dal Governo regionale sono una presa in giro.
Un modo, forse, per tappare la bocca ai lavoratori inviperiti che lo scorso 1 ottobre in 2000 si sono presentati davanti Palazzo d’Orleans, sede del Governo regionale, per chiedere risposte.
Accade così che gli operatori, a causa dellostinazione dellesecutivo regionale che continua a far finta di niente e non autorizzare la chiusura della contabilità tra Amministrazione regionale ed enti gestori delle tre filiere formative, vedono aumentare sempre più il credito vantato nei confronti degli enti formativi di appartenenza che, nel frattempo, rischiano di chiudere per procurato fallimento.
Siamo di fronte ad una semplice operazione contabile. Se la Regione siciliana non chiude i conti con gli enti formativi per le attività svolte negli anni pregressi i lavoratori non ne potranno venire fuori.
Nel settore dellObbligo formativo (Oif) si registra un ritardo di sette anni, dato che gli enti attendono di rendicontare dal 2007.
Si stima che il potenziale credito vantato dagli enti formativi, che hanno erogato la Formazione professionale ai minori in Obbligo scolastico dal 2007 ad oggi, ammonti a circa 120 milioni di euro. Si tratta di risorse ministeriali e comunitarie, servite queste ultime per finanziare i percorsi biennali attraverso l’Avviso 19/2011.
Si aggira intorno ai 100 milioni di euro, invece, il credito vantato dagli enti formativi per le mancate rendicontazioni dei primi due anni dellAvviso 20/2011.
Ammonta a circa 100 milioni di euro il credito, infine, vantato dagli enti gestori relativamente alla seconda e terza annualità degli Avvisi 1 e 2 del 2010 che hanno finanziato gli Sportelli multifunzionali fino al 30 settembre 2013.
Se questi sono soldi del Fondo sociale europeo è lecito chiedersi: dove sono andati a finire le risorse comunitarie che avevano consentito al precedente Governo regionale di Raffaele Lombardo di programmare un piano triennale da oltre 900 milioni di euro di cui almeno 600 milioni già impegnati da subito? Che fine hanno fatto le risorse impegnato negli Avvisi 1 e 2 del 2010?
Ancora: dove sono finite le risorse impegnate per finanziare i percorsi triennali dell’Obbligo scolastico? Le altre risorse a cosa sono servite? È a queste domande che il Governo regionale dovrà fornire, prima o poi, risposte non solo ai lavoratori, ma anche alla magistratura contabile.
Poi c’è la ‘riforma’ del settore presentata all’Ars dall’assessore Nelli Scilabra, in parte smentita dal presidente Rosario Crocetta. Di che riforma parliamo?
Nessuna riforma del settore della Formazione professionale potrà essere credibile fino a quando le attività di rendicontazione non saranno totalmente chiuse.
E’ su questa partita che, a nostro avviso, dovrebbero impegnarsi lavoratori e sindacati di categoria nel proseguire le manifestazioni di protesta.
Quanto alla politica siciliana: che aspetta a chiedere il conto al Governo regionale delle risorse comunitarie?
Gli impegni assunti vanno onorati e quindi che fine ha fatto l’esercizio del potere di controllo e vigilanza sull’operato de Governo regionale da parte del Parlamento siciliano?
I circa 320 milioni che verosimilmente misurano il credito vantato dal sistema degli enti formativi in Sicilia rappresentano la cartina di tornasole della crisi di questo comparto, forse il punto di non ritorno.
Somme autorizzate con decreti di impegno ai quali non ha fatto seguito la liquidazione complessiva degli importi. Davvero assurdo.
La sofferenza ricaduta sulle tasche degli 8000 operatori della Formazione professionale è figlia della mancata rendicontazione delle attività formative già concluse nelle tre filiere. La responsabilità dello sfascio ricade sul Governo e del presidente Rosario Crocetta e sugli assessori al Lavoro, Giuseppe Bruno, ed alla Formazione professionale, Nelli Scilabra.