Sportelli multifunzionali/ Migliore (Cisl Scuola): “Ritardi e incertezze nascondono il proposito del Governo regionale di smantellare i servizi formativi”

SARA’ ROMA A DECIDERE SULLA RISTRUTTURAZIONE DEL SETTORE, COME NELLA MIGLIORE TRADIZIONE ‘ASCARISTICA’ Crocetta.

Sulla vertenza degli Sportelli multifunzionali il Governo regionale mostra, in maniera schiacciante e inequivocabile, tutta la sua debolezza. Incontri su incontri, riunioni fiume, discussioni che non producono nulla o quasi. Dieci mesi per non decidere alcunché. E dopo l’ennesimo nulla di fatto di ieri i sindacati tornano a far sentire con forza il proprio disappunto. Il sospetto è che il presidente Crocetta voglia accentrare il Servizio e per farlo chiuderebbe definitivamente l’esperienza della rete dei servizi per il lavoro e formativi.

Infatti, non è calato giù ai sindacati il rinvio dell’incontro di ieri per la sottoscrizione di un accordo sulla gestione dell’emergenza occupazionale. Crisi sociale di settore che scaturisce dall’avvicinarsi del 30 settembre prossimo, termine di scadenza delle attività erogate dagli sportelli multifunzionali finanziati con gli Avvisi 1 e 2 del 2010.

Neanche l’audizione in Commissione Cultura e lavoro all’Ars è servita per conoscere i reali propositi e la programmazione di settore da parte dell’esecutivo. Sugli Sportelli multifunzionali l’assessore Bonafede ha ribadito il percorso del Ciapi per 8 mesi con contratto a tempo determinato per i mille e 850 lavoratori, che al termine del periodo di aspettativa rientrerebbero presso gli enti formativi di appartenenza e poi un successivo bando pubblico centrato sulle Agenzie per il lavoro. Il rappresentante dell’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, ha confermato che entro una settimana dovrebbero essere pubblicate le direttive per l’avvio della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato con le risorse del Piano giovani.

Su quest’ultimo punto le perplessità non mancano, atteso che pare non esista nessun documento pronto, nessuna direttiva pronta per l’avvio delle attività d’aula. La Scilabra e il suo staff, secondo indiscrezioni che riportiamo, viaggerebbero al buio su questa vicenda dell’avvio della seconda annualità.

Sull’esito dell’audizione in Commissione in merito al futuro dei mille e 850 operatori degli Sportelli multifunzionali, riportiamo la dichiarazione dei rappresentanti del Partito dei Siciliani (Mpa) Giovanni Lo Sciuto, Giovanni Greco e Vincenzo Figuccia.

“Auspichiamo che l’assessore Bonafede mantenga gli impegni – ci hanno detto i citati deputati autonomisti – ed assuma dal primo ottobre i lavoratori al Ciapi senza che si persa un solo giorno di lavoro e che al termine degli otto mesi il Governo regionale garantisca la prosecuzione del lavoro. Saremo vigili – concludono Lo Sciuto, Greco e Figuccia – in Commissione affinché questo avvenga”.

Per tornare alla vertenza tra il Governo e le organizzazioni sindacali sul futuro dei mille e 850 lavoratori, registriamo la presa di posizione della Cisl Scuola. È la Cisl, infatti, a puntare i piedi e incalzare il Governo regionale inchiodandolo alle sue responsabilità. Incapacità politica e amministrativa, assenza di una programmazione di settore, mancato rispetto di accordi presi, sono i risultati che emergono dall’analisi critica della Cisl Scuola nei riguardi del Governo regionale in una nota diramata ieri.

La fallimentare gestione degli Sportelli multifunzionali da parte del Governo regionale fa emergere approssimazione che pone a rischio il mantenimento dei livelli occupazionali e lo stesso servizio erogato.

Nella citata lettera, indirizzata al ministero del Lavoro, al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, al presidente della Regione, Rosario Crocetta, all’assessore al Lavoro, Ester Bonafede, al dirigente generale al ramo, Anna Rosa Corsello, ed a tutti i parlamentari regionali, il segretario regionale della Cisl Scuola Sicilia, Giovanni Migliore (nella foto a sinistra, tratta da siciliaonpress.com), affonda la critica su tutti i fronti verso un Governo responsabile in toto dello smantellamento del sistema dei servizi.

Nella nota il sindacato evidenzia come in merito alla scadenza del prossimo 30 settembre delle attività finanziate per tre anni con gli avvisi 1 e 2 del 2010 il Governo avrebbe potuto fare molto di più. Una filiera che impegna circa 1.850 lavoratori dotati di alti livelli di professionalità raggiunti grazie alle attività formative finanziate dalla stessa Regione Siciliana ed all’esperienza maturata sul campo.

In un nostro articolo di ieri abbiamo precisato che la Regione siciliana, per formare il personale degli Sportelli multifunzionali e per riqualificare quello dei Centri per l’impiego, ha speso qualcosa come 88 milioni di euro circa. Oggi proprio i mille e 850 operatori degli sportelli e i tre mila e 200 dipendenti dei Centri per l’Impiego sono a rischio per la sottomissione del Governo regionale alle decisioni romane. Altro che autonomia e governo della rivoluzione.

“Le istituzioni competenti hanno avuto ben tre anni per pensare a come riorganizzare questi servizi alla luce dell’esperienza e delle effettive esigenze del mercato del lavoro – ci dice Migliore – l’attuale Governo ha avuto dieci mesi per riorganizzare e strutturare i servizi per l’impiego e del lavoro. Nonostante le nostre ripetute pressioni siamo giunti alla scadenza senza un’organica proposta del Governo per la riorganizzazione”.

La Cisl Scuola lamenta la colpevole scelta dell’esecutivo regionale di decidere di non decidere. Non si è registrata, infatti né una proposta idonea a dare prospettiva immediata ai servizi e alla stabilità dell’occupazione, né una soluzione idonea a raggiungere in tempi ragionevoli e certi un assetto definitivo dei servizi.

Nella lettera richiamata, il sindacato punta il dito anche sull’incapacità amministrativa che arriva a manifestarsi nella mancata rendicontazione delle attività svolte (tranne una parte della prima annualità) concorre a determinare la gravissima situazione attuale. Una scelta che sembra funzionale a decidere in emergenza con la logica del “bere o affogare”.

“Fin qui, nessuna proposta è giunta dal Governo – precisa Migliore – salvo l’evocazione dell’Ente Capi di Priolo per l’affidamento del servizio in house e l’assunzione a termine (prima per sei mesi e ora per otto mesi) dei lavoratori che dovrebbero preventivamente ottenere l’aspettativa non retribuita dal loro Ente”.

Una proposta, secondo quanto riportato nella nota della Cisl Scuola, che se da un lato sembrerebbe allettante i lavoratori nella convinzione che il passaggio all’ente di proprietà della Regione siciliana potrebbe significare l’assunzione pubblica, dall’altro nasconderebbe la precarizzazione del rapporto di lavoro che passerebbe da tempo indeterminato a termine.

“Noi saremmo ben lieti di accogliere la proposta di assunzione dei lavoratori in un Ente pubblico regionale come il Ciapi – sottolinea Migliore – ma a condizione, comunque, di avere reale garanzia che l’occupazione dei lavoratori sia a tempo indeterminato, e ciò mediante atti amministrativamente vincolanti”.

E invece non è così, il Governo regionale avrebbe allungato i tempi di una possibile soluzione per stremare i lavoratori avvicinandoli alla scadenza del 30 settembre mettendoli con le spalle al muro.

“Purtroppo, a tutt’oggi, non ci sono stati forniti nemmeno atti d’indirizzo del Governo idonei ad avviare l’azione amministrativa – riferisce il segretario della Cisl Scuola – mentre, fino all’ultimo incontro del 23 settembre, non ci è stata data alcuna prospettiva, nemmeno sommariamente delineata, per la prosecuzione oltre gli otto mesi di rapporto a termine appena proposti dall’Amministrazione”.

Nella nota la Cisl Scuola manifesta la disponibilità a dare il suo consenso alla sottoscrizione di un apposito accordo, a condizione però che la Regione, con atti deliberativi, determini contestualmente un percorso preciso e giuridicamente vincolante sulle prospettive oltre il primo periodo di otto mesi.

“Allo stato attuale – aggiunge Migliore – anche l’assenza di una ben che minima programmazione ci fa pensare alla volontà di progressivo smantellamento del sistema dei servizi e di abbandono dei lavoratori ad un destino di disoccupazione, dopo aver subito le gravi conseguenze del clima di incertezza e dei pesanti ritardi nell’erogazione degli stipendi, condizioni, queste, paragonabili allo stato di precarietà”.

La Cisl non è più disposta a prestare il fianco precisando che il mancato rispetto degli accordi sottoscritti complessivamente per il settore della formazione professionale il 3 e 7 giugno 2010 e l’uso sostanzialmente dilatorio dei tanti incontri, più o meno pletorici, fin qui promossi dal Governo, non inducono a facili ottimismi né ad accontentarsi di semplici dichiarazioni prive di pieno valore giuridico.

“Non appare in alcun modo convincente l’idea che la strutturazione del servizio possa realizzarsi solo dopo che il ministero del Lavoro avrà dato specifiche indicazioni alle Regioni – conclude Migliore – anzi la rilevanza della vicenda siciliana con la sua alta dimensione occupazionale dovrebbe indurre la stessa Regione Siciliana a spostare il confronto con le parti sociali nella sede del ministero del Lavoro, in modo da evitare ogni possibile rischio di errore”.


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