Sovrani d’Olanda in città tra curiosità e attese «Il re avrebbe voluto assaggiare il cous cous»

Quando ai Quattro Canti di Palermo il corteo di macchine presidenziali e la scorta si fermano, c’è un silenzio denso di attesa e curiosità che qualcuno prova a rompere agitando delle bandierine olandesi. Stipati dietro le transenne, giornalisti, cameraman, tv olandesi, turisti e curiosi. A focalizzare l’attenzione è la regina Máxima di Olanda che ruba subito la scena al consorte reale Willem Alexander: un cappello da diva a falde larghe color paglia, tailleur smanicato bianco, incedere sicuro e sorridente mentre sussurra col marito «How wonderful», appena scopre le bellezze intorno. A fare da anfitrione è il sindaco Orlando che a piedi mostra la vicina fontana di piazza Pretoria e poi li accompagna dentro Palazzo delle Aquile. Qui la firma del registro d’onore tra gli sguardi ammirati di commessi e curiosi e il dono ai reali di una cartografia della Sicilia e due monili raffiguranti il rosone centrale della Cattedrale di Palermo e il volto di Federico II.  

«Ma cu è?» chiede qualcuno dalla folla quando la coppia esce dal palazzo, attirata dall’eleganza dei due. «Talè, pare Greisss Kelly» dice una signora, alludendo all’indimenticata principessa di Monaco. Poi la tappa al co-working e ristorante Moltivolti, nel cuore di Palermo, per studiare da vicino come integrare culture diverse. «A Ballarò non siamo abituati a ricevere re e regine», scherza Claudio Arestivo, uno dei fondatori di Moltivolti che non nasconde una punta di orgoglio per una visita gradita e inaspettata. I reali olandesi, infatti, hanno fatto tappa a Palermo durante la loro visita di Stato in Italia per avviare una più stretta collaborazione sui migranti tra i due Paesi. Sguardi di ammirazione e sorrisi si susseguono anche a Ballarò, quartiere blindato e lucidato per l’occasione. Qui molti cittadini e curiosi sono accorsi per vederli e la
regina Maxima si è anche avvicinata alle transenne per salutare alcuni di loro, fra cui due bambini. «Abbiamo voluto preparare dei cesti di frutta rigorosamente provenienti dal mercato di Ballarò – spiega Arestivo – e anche un buffet che avevamo preparato in loro onore». Per ragioni di protocollo i reali hanno dovuto rifiutare, essendo attesi a Villa Niscemi, tirata a lucido per l’occasione è dove, nella sala degli Specchi, lo chef Natale Giunta ha curato il menù. Tartare di dentice e bignè salato con crema di formaggio come aperitivo seguiti da Parmigiana e filetto di pesce con guanciale croccante per finire in dolcezza cannoli cassate e dolcetti di mandorle.

«In realtà il re avrebbe voluto assaggiare il nostro cous cous – ammette Arestivo – ci ha detto di aver saputo quanto buono e noto fosse quello che prepariamo noi, e con una battuta il re ha detto “sarà per la prossima volta”». Poi una chiacchierata di mezz’oretta per conoscere le loro attività, con uno sguardo ai dolci e ai colori dell’associazione. In questura, dove poi i reali hanno firmato un documento sulla prevenzione della tratta, la regina è stata accolta da un mazzo di fiori bianchi che è stato porto dalla funzionaria di Polizia Loredana D’Arpa. Prima del pranzo di gala, però, il corteo di auto blindate ripercorre il Cassaro di Palermo per scortare la coppia reale durante la visita alla cappella Palatina all’Ars con il presidente Giovanni Ardizzone. Per tornare in Olanda con gli occhi pieni delle bellezze arabo siciliane, nell’arte come a tavola.


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