All'indomani dell'attacco del presidente della partecipata all'indirizzo dei consiglieri comunali etnei, sono in molti ad aspettarsi le dimissioni di Gilberto Cannavò. Nonostante a dichiararlo apertamente siano in pochi. Ma i corridoi del Palazzo tradiscono il risentimento dei politici catanesi
Sostare, querelle consiglio-dirigente dell’azienda «Il presidente Cannavò ha leso onorabilità aula»
Dalla tensione al cameratismo, passando per gli immancabili toni accesi. È questo il clima che si respira nei corridoi di Palazzo degli elefanti all’indomani dell’attacco del presidente della partecipata comunale Sostare Gilberto Cannavò all’indirizzo dei componenti del consiglio comunale cittadino. Il dirigente della società che gestisce gli stalli a pagamento nel capoluogo etneo, durante la seduta consiliare che aveva in oggetto la votazione del nuovo contratto di servizio, ha fatto pervenire alla redazione del quotidiano Sudpress un suo sfogo. Pare proprio dal suo indirizzo di posta elettronica personale, nonostante stamattina Cannavò abbia ritrattato, sostenendo che a spedire la nota fosse stato un suo legale. Una vicenda che, in quest’ultimo punto, sarebbe ancora più curiosa poiché l’avvocato indicato da Cannavò come l’autore della comunicazione ufficiale non è un qualsiasi civilista, ma il legale dell’azienda Sostare, Salvatore Neri.
Nella sua nota Gilberto Cannavò, presente in aula fino alle 21, avrebbe sostenuto una strumentalizzazione del voto sulla delibera Sostare – sulla quale pesano gli aumenti della tariffazione predisposti dall’amministrazione comunale e dalla società in relazione agli indicatori dell’Istat – per ripulire l’immagine dei consiglieri in seguito alla vicenda Gettonopoli sollevata dal MoVimento 5 stelle. Un attacco pesante, che l’aula consiliare non ha ancora smaltito. Anche i consiglieri comunali più moderati, fanno capire di aspettarsi un passo indietro da parte del dirigente. Per la cui carica ha ricevuto mandato dal sindaco Enzo Bianco.
Il gruppo Fratelli d’Italia, guidato dal consigliere Manlio Messina, ha chiesto le dimissioni del presidente della partecipata. Insieme a quelle del primo cittadino Bianco e di tutta la giunta. L’opposizione, già particolarmente critica sulla delibera Sostare – per la quale sono stati presentati quasi 80 emendamenti, la maggior parte firmati proprio da quel fronte – ha ricevuto un inaspettato assist da Cannavò. E promette di proseguire in un incessante ostruzionismo sul voto. Il cui prossimo appuntamento deve essere ancora calendarizzato dalla presidenza del Consiglio guidata da Francesca Raciti che, per affrontare l’argomento, ha indetto una conferenza dei capigruppo per lunedì prossimo. Per Agatino Lanzafame (Catania futura) quello del presidente Cannavò è stato un «atto grave. È stata lesa la dignità del consiglio comunale». Non chiede le dimissione del presidente di Sostare Lanfranco Zappalà (Pd), nonostante ritenga opportuna «una riflessione. Credo che Cannavò abbia agito in un momento di rabbia e con leggerezza, puntando su qualcosa che nulla ha a che vedere con la delibera», spiega.
Per il presidente della commissione al Bilancio Vincenzo Parisi «le dimissioni di Cannavò sono assolutamente necessarie. La sua nota è stata l’emblema della disperazione». Mentre parla di «surrealismo» il vicepresidente del consiglio Sebastiano Arcidiacono. Che aggiunge: «Attendiamo che Cannavò prenda atto di quanto ha fatto e si comporti di conseguenza». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il collega Alessandro Porto. Mentre per Sebastiano Anastasi «andare a tirare fuori un argomento morto e sepolto, e irrisorio come quello sollevato dal M5s non ha senso – spiega – Ma il problema è l’onta di veleni che c’è in questa consiliatura in cui, anche un dirigente, si sente in dovere di partecipare al dibattito prettamente politico. Mi aspetto anch’io le sue dimissioni».