Sorpresa: i 550 milioni che Renzi doveva dare alla Regione a giugno non sono mai arrivati

CE L’HA DETTO MARCO FALCONE, CAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA ALL’ARS. ECCO PERCHE’ LA REGIONE NON PAGA PIU’ NESSUNO. INSOMMA IL NOSTRO CROCETTA HA RINUNCIATO A 5,4 MILIARDI DI CONTENZIOSI CON LO STATO PER AVERE IN CAMBIO NULLA. E LA SICILIA AFFONDA, AFFONDA, AFFONDA…

C’è la Giunta regionale di Rosario Crocetta che ieri sera ha presentato un disegno di legge per completare la riforma delle Province e dei Consorzi di Comuni (in contrapposizione al disegno di legge per recepire la legge nazionale Delrio presentata dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone?). C’è la proposta di un bacino unico per i dipendenti delle ex Province (il ‘bacio’ dell’addio, secondo alcuni osservatori, nel senso che faranno la fine dei dipendenti della Formazione professionale lasciati senza soldi). Ci sono novità per le società collegate alla Regione. Ci sono i deputati del Megafono che vogliono entrare nel gruppo parlamentare del PD. Ci sono i deputati del PD, di marca cuperliana, che non li vogliono. Ci sono in arrivo, all’Ars, due mozioni di censura e due mozioni di sfiducia. Insomma, nella politica siciliana di questi giorni c’è di tutto e di più: manca solo una cosa: i soldi.

La Sicilia sta fallendo. Anzi, in buona parte è fallita. Gli unici che, in questo momento, sono pagati sono il presidente della Regione, gli assessori regionali, i deputati di Sala d’Ercole, i dipendenti regionali, i dipendenti delle Aziende sanitarie e ospedaliere. E naturalmente chi è pagato dallo Stato. Tutto il resto è un terno a lotto.

Per i dipendenti delle società e degli enti riconducibili alla Regione vanno operate le distinzioni. In alcuni casi gli stipendi ci sono ancora (ma per quanto?). In altri casi ‘latitano’ da tre mesi. E’ il caso – l’abbiamo scritto ieri – dell’Istituto zootecnico – dove il Governo Renzi e il Governo Crocetta hanno messo a dieta anche gli animali. Che – nel caso dei maiali – si mangiano tra loro.

Tranquilli: questo non dovrebbe succedere tra gli uomini. O almeno così si spera.

I Comuni siciliani non sono falliti. Almeno per ora. Ma sono in grandissima difficoltà. Vantano crediti dalla Regione. Che non paga. Gli stessi Comuni pagano i circa 24 mila precari con pesanti scoperture di tesoreria. Insomma, l’orchestra del Titanic che continuava a suonare mentre la nave colava a picco…

Le Province sono state chiuse e commissariate. I commissari hanno tagliato il possibile e l’impossibile. Le strade provinciali, che già erano ridotte male, sono date del tutto abbandonate. Molti servizi sono stati interrotti. Fino a dicembre si dovrebbe pagare.

Nelle società regionali c’è chi è preoccupato. Sono i dirigenti che, fino ad oggi, nel silenzio generale, hanno intascato stipendi da favola. L’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, annunciò tagli. Ma i tagli per i dirigenti delle società collegate alla Regione non sono mai arrivati.

Anche il presidente Crocetta, qualche mese dopo l’insediamento, annunciava tagli per i dirigenti delle società collegate alla Regione. Ma anche in questo caso i tagli ai dirigenti delle società collegate – gente che va da 150 mila a oltre 300 mila euro annui lordi – non sono stati mai arrivati. C’è chi può e chi non può. Loro, a quanto pare, possono.

In compenso il Governo Crocetta non paga i dipendenti della Formazione professionale. Bisogna capirlo: nella Regione siciliana i soldi, prima che gli uomini, sono in un ‘bacino unico’: se si paga una categoria non si possono pagare altre categorie…

In queste ore si sta studiando cosa succede nelle Aziende Ospedaliere e sanitarie della Sicilia. Gli stipendi, come già detto, si pagano. I fornitori sì e no. Da verificare (possibilmente con i diretti interessati: i fornitori).

I forestali aspettano soldi. I dipendenti che operano negli enti agricoli idem.

In un’intervista che pubblicheremo più tardi all’onorevole Marco Falcone – che farà chiarezza sulla mozione di censura all’assessore Nelli Scilabra – il capogruppo di Forza Italia all’Ars ci ha detto una cosa che ci ha lasciato di sasso: ci ha detto che i 550 milioni di euro che lo Stato, a giugno, si è impegnato a restituire alla Sicilia non sono ancora arrivati.

Insomma, abbiamo finalmente scoperto perché la Regione di Crocetta non paga più nessuno.

Ricordate? Lo Stato si è tenuto, dal Bilancio regionale di quest’anno, un miliardo e 150 milioni di euro circa. Più 200 milioni di euro per i ‘mitici’ 80 euro al mese, quelli per fare la spesa per 15 giorni (una famiglia, s’intende).

Poi ha chiamato Crocetta – parliamo di Renzi, capo del Governo – e gli ha detto: rinuncia ai contenziosi per 5,4 miliardi di euro e io, Renzi Matteo, restituisco alla Sicilia 550 milioni di euro.

Crocetta ha firmato di getto. La Regione ha rinunciato a contenziosi con lo Stato pari a 5,4 miliardi di euro (alcuni già vinti).

In cambio sarebbero arrivati 550 milioni di euro.

Peccato che questi soldi non sono mai arrivati – ci dice Marco Falcone, che ogni tanto tentenna sulle mozioni di censura, ma che i conti della Regione li conosce meglio di chiunque altro – non ci sono.

Insomma, Renzi ha lasciato la Sicilia senza soldi. In compenso ci ha lasciato Davide Faraone. Che parla di tutto, tranne che dei soldi che il suo capo non ha ancora erogato alla Sicilia.

Tanto che gliene frega a Faraone? Lui, i soldi, ogni mese se li intasca. Se migliaia di persone, in Sicilia, non sanno più come mangiare non è un problema suo.

Ah, dimenticavamo: siamo a metà ottobre, ma della manovra economica – Bilancio e Finanziaria della Regione 2015 – non si parla. Il Governo non parla. Sala d’Ercole aspetta. Tutti tacciono.

La Sicilia è mezzo fallita. Ma non si può commissariare. Anzi, non lo dite in giro perché Crocetta vi denuncia.

“Una Regione che non paga va commissariata”, ha detto la scorsa primavera Leoluca Orlando. Che, alla fine, di tutti questi è l’unico laureato in Giurisprudenza e persino docente di Diritto all’Università.

Ma oggi, in Sicilia, non è più tempo di Leggi e di Legge. Oggi parlano i chimici e i filosofi. E se i chimici e i filosofi vi dicono che la Regione che non paga non si può commissariare ci dovere credere.

Cari siciliani senza soldi: soffrite in silenzio. E, soprattutto, non disturbate i manovratori. Formatori, forestali, dipendenti dei Consorzi di bonifica e degli enti agricoli regionali. Dipendenti delle ex Province candidati al bacio finale, pardon, al bacino unico. Tutti voi e quelli che tra qualche mese resteranno senza soldi: soffrite in silenzio e tempratevi. Renzi e Crocetta lavorano per voi. Per sotterrarvi definitivamente.


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