Siracusa pronta ad accogliere i migranti della Sea Watch  Sindaco: «Cittadini disponibili a ospitarli nelle loro case»

«L’amministrazione comunale di Siracusa è pronta ad accogliere i 47 migranti che si trovano in mare aperto, a bordo della Sea Watch 3, avvalendosi della collaborazione della Curia e di tante associazione che sono state contattate e hanno dato la loro disponibilità». Il sindaco del capoluogo aretuseo, Francesco Italia, ha già scritto al ministro della Marina mercantile e, per conoscenza, anche al prefetto e al comandante della Capitaneria di porto di Siracusa, chiedendo di consentire l’attracco del natante che nel pomeriggio di oggi, a causa delle difficili condizioni del mare, ha fatto rotta verso la Sicilia orientale e ha navigato a largo delle coste tra Siracusa e Catania

«Quando c’è in ballo la sicurezza delle persone – dice il sindaco Italia a MeridioNewsc’è poco da discutere. La città che ho l’onore di rappresentare è impregnata della cultura dell’accoglienza e ha nel proprio dna il valore della fratellanza, quindi non ci dobbiamo inventare nulla. Non si può rispondere come fatto il ministro Luigi Di Maio, di rivolgere la prua verso Marsiglia: così facendo – aggiunge – si negano i diritti sanciti dalle norme internazionali e della navigazione che non sono negoziabili». Se il Governo autorizza l’attracco a Siracusa della nave di soccorso, «al resto penseremo noi, la Curia e tutte le associazioni di volontariato che si sono dette pronte a prestare aiuto».  

Già nel pomeriggio anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e quello di Napoli Luigi De Magistris, hanno dato disponibilità ad accogliere i migranti a bordo dell’imbarcazione. Intanto, mentre la Sea Watch si trovava di fronte alla costa orientale in cerca di riparo, da molte parti della società civile siracusana era arrivato l’invito rivolto all’amministrazione comunale a esporsi e prendere posizione. «Sono felice che larga parte della società siracusana si sia, fin da subito, dimostrata disponibile e – conclude il sindaco – a livello pratico, oltre all’apertura all’accoglienza da parte della Curia e del mondo delle associazioni, sono molti i privati cittadini che hanno dato disponibilità ad ospitarli anche a casa propria».  


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