Sinistra Comune vuole Catania ed Evola in giunta «Chiediamo continuità politica e rispetto del voto»

«È un altare basso quello su cui Leoluca Orlando sacrifica gli esponenti politici della sua giunta. È l’altare basso dell’eterno espediente, di un civismo vuoto declamato da chi ha vissuto tante stagioni della politica dentro i partiti e fondandone alcuni. È un sacrificio che, guardando alle regionali imminenti, schiaccia il consenso appena ottenuto in città rigiocandolo su un nuovo tavolo distante dagli interessi degli elettori di Palermo». La nota con cui Davide Ficarra, gestore del bar Garibaldi e figura di spicco di Rifondazione Comunista a Palermo, sintetizza i malumori di Sinistra Comune all’indomani del voto dell’11 giugno col quale Orlando è stato riconfermato sindaco per la quinta volta. L’appoggio elettorale all’uomo nato in seno alla Democrazia Cristiana, da parte della formazione di sinistra che ha raggiunto quasi il sette per cento delle preferenze (un risultato lusinghiero per una lista nata a gennaio), è stato deciso. Ma il primo cittadino non ha fatto mistero in questi giorni di preferire una giunta di esponenti tecnici e non politici. Ciò vorrebbe dire la non riconferma, tra gli altri, di Giusto Catania alla Mobilità e di Barbara Evola alla Scuola: i due sono tra i fondatori di Sinistra Comune e hanno ottenuto oltre mille preferenze a testa candidandosi al consiglio comunale

Proprio da quel bacino di voti e dal significato ad esso connesso parte l’analisi di Vincenzo Fumetta, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, che ieri ha pure condiviso sulla propria bacheca il post di Ficarra. «Il voto a Giusto e Barbara è stato dato non solo per quello che avevano fatto ma anche per quello che vogliono fare – dice – le persone hanno votato anche per il futuro. Chiediamo che si rispettino le scelte delle amministrative. Noi non vogliamo una giunta di tecnici. Bisogna dare risposte rapide alla città, il nostro timore è che si congelino per sei mesi le questioni in attesa della partita delle Regionali. Invece chiediamo di slegare le vicende palermitane dalle regionali. Finora i nomi degli assessori presentati personalmente li ho appresi dai quotidiani, di certo col cambio delle deleghe non c’è molta continuità e invece noi la rivendichiamo così come ha fatto lo stesso Orlando in campagna elettorale».

E di continuità parla anche Luigi Carollo, uno dei quattro portavoce di Sinistra Comune. «A partire dai temi messi al centro della campagna elettorale, che sono stati i nostri così come quelli del sindaco – è la rivendicazione di Carollo – noi abbiamo fatto una richiesta politica, anche mettendo i nomi in secondo piano. Si tratta di leggere politicamente i risultati». Al momento Orlando ha scelto di prendere qualche giorno di pausa prima di nominare i restanti assessori, oltre quelli già designati durante la campagna elettorale. «Assumiamo positivamente il tempo scelto per riflettere – commenta l’esponente di SC – vogliamo sperare che la decisione sia dovuta anche alle nostra spinta. Non siamo felici per il metodo scelto, non è bello ragionare sulle indiscrezioni, ma registriamo positivamente il fatto che non c’è stata comunque un’accelerazione». Nei giorni scorsi proprio Giusto Catania, congedandosi dal ruolo in giunta, aveva rivendicato con un post su facebook di aver «realizzato cose importanti sperando che non vengano smantellate». Mentre pare che per Catania si aprano, forte del buon risultato elettorale, le porte della presidenza del consiglio comunale Sinistra Comune punta invece almeno alla sua riconferma. «Giusto è il consigliere più votato nella nostra lista – osserva Carollo – e ha corso rischi importanti candidandosi. Il suo è stato un risultato di altissimo livello». 

Le ragioni del sostegno vengono spiegate nel dettaglio da Davide Ficarra: «In molti si chiedevano chi avrebbe avuto il coraggio di votare per l’assessore su cui si erano concentrate in gran numero le contumelie dei palermitani. I numeri, che qualche certezza la danno, ci raccontano una storia diversa. Sinistra Comune è il primo partito nel centro storico di Palermo, quello interessato da pedonalizzazioni e Ztl, con oltre il 14 per cento dei consensi». Per poi aggiungere che «tram, Ztl, pedonalizzazioni, accoglienza per i migranti e Consulta delle Culture sono i temi che hanno tenuto banco per oltre un anno su i social e su cui si è concentrato il fuoco degli avversari dell’operato della giunta al governo della città. Sono i temi che ha incarnato il sindaco, mettendoci la faccia, sono le disposizioni emanate da un assessore, Giusto Catania che oltre alla faccia ci ha messo la sua tranquillità, calamitando sulla sua persona l’odio di un gran numero di commercianti che hanno osteggiato l’istituzione della Ztl. Forse la memoria è corta ma io ricordo il 25 ottobre del 2016 una serrata generale con un’adesione del 100 per cento dei commercianti contro l’istituzione della Ztl. Ma alla durezza delle critiche iniziali si è opposto il coraggio di scelte che delineano un futuro nuovo per la nostra città e che spero ci porteranno a riflettere su i nuovi temi con cui saremo costretti a confrontarci nei prossimi anni: la gentrificazione ed il boom turistico, positivo per alcuni versi ma potenzialmente devastante per la nostra città che continua ad avere una grande fragilità».


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