Maria Elena Boschi ha partecipato a un incontro del Pd e ha parlato di un rapporto di leale collaborazione istituzionale con la Regione, non escludendo però l'ipotesi estrema. Parole che hanno provocato la dura risposta del presidente Ardizzone: «Piuttosto si attivi per far restituire le risorse che lo Stato ha sottratto alla nostra Isola»
«Sicilia, mi auguro che non si arrivi a commissariamento» La ministra Boschi ad Aci Castello. Replica dell’Ars
«Mi auguro, ovviamente per la Sicilia e i cittadini siciliani, che non si debba arrivare ad un commissariamento della Regione, ma che si riesca a rispettare il piano di rientro, gli accordi presi». Le parole della ministra per le Riforme istituzionali Maria Elena Boschi, in visita ad Aci Castello per un incontro del Pd, scatenano la dura reazione del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. «Non è tanto grave che un ministro della Repubblica italiana non conosca lo statuto siciliano, è invece gravissimo che ignori la Costituzione e soprattutto la sentenza 219/2013 della Suprema Corte con la quale è stata esclusa, qualsiasi possibilità di commissariamento, per dissesto finanziario, delle Regioni ordinarie e speciali».
Conti della Regione, rapporti con il governo nazionale e riforme sono i temi al centro delle riflessioni della ministra, a margine dell’incontro nel Comune del Catanese. «Da parte del governo – ha affermata la ministra – credo che ci sia stata un’attenzione particolare anche per cercare di far fronte a delle situazioni delicate, delle crisi occupazionali e situazioni di precariato, rispetto alle quali siamo intervenuti con delle risorse aggiuntive specifiche. Noi di recente abbiamo già concluso un accordo con la Regione che prevede anche un suo impegno, com’è giusto che sia, ma io credo che ci sia stato in questo anno un rapporto di leale collaborazione istituzionale anche per cercare di colmare alcuni ritardi che c’erano stati. L’interesse principale da entrambe le parti è stato quello di garantire servizi efficienti ai cittadini, metterli nelle condizioni di avere gli stessi diritti che hanno gli altri cittadini nel resto d’Italia, ovviamente stando attenti ai conti».
E su conti e riforme è intervenuto il governatore Rosario Crocetta. Da un lato per rispedire al mittente le critiche sul bilancio, approvato dalla giunta regionale nelle ultime ore, bollando come «false e destituite di fondamento» le notizie di tagli a enti, università, famiglie, ciechi e indigenti. «Probabilmente – ha aggiunto Crocetta – qualcuno non avrà avuto il testo definitivo del bilancio approvato in giunta ma indiscrezioni che derivano da alcuni elementi della burocrazia che lavorano in modo sotterraneo contro il governo».
Dall’altro lato ha provato a dare certezze la ministra Boschi sulla riforma delle province, affossata questa settimana dal voto dell’Ars. «Ho voluto rassicurare il ministro – ha spiegato il presidente – sulla questione della riforma delle province, che non esistono più e quindi il tema è come farle funzionare. Alcuni vorrebbero farcele costare di più invece noi vogliamo delle province che agiscono come coordinamento, cioè i consorzi e le città metropolitane che hanno funzione di coordinamento, che costano di meno, riducono la spesa e aumentano l’efficienza. Per quanto riguarda le altre questioni – ha concluso Crocetta – ho voluto ringraziare per l’attenzione sulla nostra finanziaria da parte del presidente del Consiglio Renzi».
Dure invece le parole del presidente dell’Ars, Ardizzone che ha invitato Boschi «a trascorrere qualche week end in Piemonte dove, come certificato dalla Corte dei Conti, l’indebitamento della Regione rispetto al bilancio è del 35 per cento, o nel Lazio dove la percentuale raggiunge addirittura il 59 per cento. Per la Sicilia – ha concluso – piuttosto, si attivi per far restituire tutte le risorse che in questi anni, unilateralmente e in violazione della Costituzione, lo Stato ha sottratto alla nostra Isola».