Si spara perché è esplosa la questione sociale

Che succede nel nostro Paese? L’unico dato certo è che la ‘casta’ non può nascondere è che si torna a sparare. E’ avvenuto qualche ora fa a Roma, davanti Palazzo Chigi, dove il nuovo Governo stava per insediarsi. Ed è successo qualche giorno fa a Palermo, davanti la sede del Parlamento siciliano.

Degli spari di Roma già le prime voci escludono questioni sociali. Ma, a quanto pare, l’uomo che ha sparato, secondo la testimonianza del fratello, era disperato perché disoccupato.

Anche la se ‘casta’ continuerà a negarlo, è indubbio che in Italia è ormai esplosa la questione sociale. La politica italiana è imballata. Non funziona più. Non dà risposte alla gente. Sa essere solo autoreferenziale.

Il Governo di Enrico Letta è l’immagine della ‘casta’ che difende le proprie prerogative. E difende, soprattutto, un europeismo fallimentare fatto di tasse, di esodati, di disoccupazione, di consumi piombati ai livelli del secondo dopoguerra. Una debacle.

Non va meglio in Sicilia. Governata da incapaci – con in testa il presidente della Regione, Rosario Crocetta – un neo-ascaro che ha accettato un taglio di 800 milioni di euro dal Governo nazionale di Mario Monti nel nome di un ipotetico equilibrio dei conti imposto dalla solita Unione Europea della finanza speculativa. Una vergogna.

Invece di protestare con un Governo nazionale fallimentare – il Governo Monti – che ha sbagliato tutto, il Governo regionale di Rosario Crocetta se la prende con i disgraziati che vivono con 800 euro al mese. O con chi non prende lo stipendio da oltre un anno. Un Governo che non muove un dito per rimettere in piedi una sanità pubblica che fa acqua da tutti i lati, annunciando, anzi, nuovi balzelli sui ricoveri ospedalieri e proponendo altri tagli in stile Monti-Elsa Fornero. Facendo finta di non sapere che tutti i siciliani sono già perseguitati dagli esatori.

I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno presentato un emendamento alla legge Finanziaria per ridurre l’indennità dei 90 parlamentari e dei 12 assessori regionali esterni. Tutta gente che si mette in tasca 20 mila euro al mese lordi, mentre il 60 o 70 per cento delle famiglie siciliane non arriva alla fine del mese. E mentre migliaia di imprese chiudono.

Ebbene, davanti a questa proposta la ‘casta’ siciliana fa quadrato: il presidente Crocetta, il Pd, il Pdl e l’Udc fanno scudo contro i grillini. Per proteggere le loro indennità. Che scena penosa.

Invece di difende gli interessi della Sicilia, il Governo Crocetta cede a Roma. Invece di pretendere il risanamento ambientale da chi ha inquinato la Sicilia con le raffinerie, pagando le imposte in Lombardia, il Governo Crocetta propone l’apertura di altre raffinerie per continuare a inquinare la nostra Isola. E cita pure l’Eni, l’Ente che, morto Enrico Mattei, ha solo massacrato la nostra Isola con la chimica fallimentare.

La stessa applicazione dell’articolo 37 dello Statuto, sbandierata dal presidente della Regione e dall’assessore all’Economia, il romano Luca Bianchi – un assessore imposto alla Sicilia da Roma – è scomparso dal dibattito politico. Sepolto dal ridicolo delle parole vacue, fatue e ‘ascare’ degli stessi componenti del Governo regionale.

In questo scenario si torna a sparare. A Roma come a Palermo. Speriamo che non sia un film già visto. Speriamo che non sia il solito copione per convincere la gente che ci vuole “la mano forte”: mano forte da utlizzare, magari, contro chi protesta perché ha fame.

Continuate così, continuate a nascondere la questione sociale: continuate a penalizzare i lavoratori, continuate a svendere la Sicilia agli americani, ai russi, a Terna e a chi capita. Vedremo, tra qualche mese, dove andremo a finire.

Sparatoria a Palazzo Chigi: “Non è uno squilibrato, è un disoccupato”

 


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