Per la società di Marco Campione si tratta del nono impianto. L'accusa stavolta non riguarda la qualità dei reflui, ma il mancato rispetto delle prescrizioni regionali. L'azienda si difende sostenendo che lo strumento, in realtà, non è mai stato collaudato dal Comune. Intanto, problemi sono stati segnalati anche a Canicattì
Sequestrato anche il depuratore di Realmonte Girgenti Acque non usava il pennello a mare
Si allunga sempre più la lista dei depuratori della provincia di Agrigento posti sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria. Dopo il blitz dei giorni scorsi, la capitaneria di porto, su ordine della Procura della Repubblica, ha messo i sigilli all’impianto di Realmonte. Rispetto ai precedenti otto casi, alla struttura non si contesterebbero violazioni in termini di scarichi fuori norma, ma il non rispetto delle prescrizioni previste disposte da parte della Regione. Che prevedono che i reflui, una volta depurati, debbano essere pompati in mare attraverso un pennello.
Stando agli esiti dei controlli, invece, Girgenti Acque – la società che gestisce i depuratori nell’Agrigentino – utilizzava uno scarico alternativo che conduceva le acque depurate in un vallone. Una violazione per gli inquirenti, una necessità per l’azienda dell’imprenditore Marco Campione – già indagato nei mesi scorsi per un presunto giro di tangenti all’Agenzia delle Entrate – secondo cui il pennello, realizzato anni fa dal Comune, non è stato mai collaudato e quindi, formalmente, nemmeno consegnato al privato perché lo mettesse a regime. Per questo, pare, potrebbe essere proposto il ricorso contro il sequestro.
Con Realmonte, comunque, sono giunti a nove gli impianti destinatari di provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria. Per alcuni di questi Girgenti Acque sta completando la progettazione degli interventi di adeguamento e manutenzione, per quanto alcune procedure risultassero già avviate prima ancora del sequestro.
Intanto, nei giorni scorsi, il sindaco di Canicattì e la società sono stati sanzionati per la qualità dei reflui in uscita del depuratore di contrada Ponte Bonavia. La multa, comunque, come spesso avviene, potrà essere contestata: ad oggi, infatti, sono una trentina i procedimenti intentanti dal privato contro il settore Ambiente del libero consorzio di Agrigento. Che, per competenza, si fa carico di avanzare la contestazione di natura amministrativa in caso di violazioni ambientali.