Senza casa, primo incontro con l’assessore Mattina «No prese in giro, percorso lungo per avere soluzioni»

«Prima mi sucò u sangu per 35 anni, poi mi ha buttato fuori di casa». È solo una delle tante storie raccontate ieri al nuovo assessore alle Politiche sociali Giuseppe Mattina, che ha incontrato le famiglie indigenti e a rischio sgombero nella chiesa di San Giovanni Decollato. Un primo incontro che lascia ben sperare e che potrebbe anche ripetersi nel tempo. «Sappiamo che l’incontro di oggi non è risolutivo, ma è l’avvio di un percorso, che sarà difficile e che a volte dovrà adattarsi alle storie di ognuno», spiega a inizio confronto Tony Pellicane, del Comitato di lotta per la casa 12 luglio. «Abbiamo chiara una visione – continua – Trovare una soluzione a breve scadenza per le situazioni di emergenza, e soluzioni per il medio e lungo periodo. I numeri in merito parlano di un fenomeno cronicizzato, in crescita». Secondo i dati Caritas nell’anno 2016 si aggirano a tremila circa le famiglie in condizioni di povertà assoluta. Mentre sarebbero circa 250 le persone che ad oggi vivono in strada, non clochard per scelta ma gente che ha perso il lavoro e poco dopo anche la casa. Una mediazione, quella del Comitato 12 luglio, tra le famiglie e le istituzioni. «Proponiamo all’amministrazione un tavolo tecnico costante per ragionare insieme – dice Pellicane – Vogliamo che questo sia un incontro che apra una nuova stagione fatta di dialogo».

Gli fa eco Nino Rocca, che all’assessore Mattina chiede soprattutto di rivolgere un appello alla Prefettura di Palermo per prorogare di sei mesi gli sgomberi previsti a breve degli immobili confiscati alla mafia e negli anni occupati abusivamente. «Le famiglie sono qui oggi per esporre i loro problemi – spiega Rocca – Già due di loro sono state sfrattate la settimana scorsa e la situazione è critica, bisogna subito darsi da fare. La povertà a Palermo ha raggiunto livelli altissimi, c’è una vera e propria tendenza all’impoverimento che occorre invertire». Quelle raccontate all’assessore Mattina sono tante storie, tutte diverse ma drammatiche alla stessa maniera: c’è chi dorme in auto, chi da circa vent’anni abita in un bene confiscato che le varie amministrazioni non hanno mai assegnato o chi vive in un immobile pignorato e appartenente a una banca che ancora non lo ha reclamato. C’è anche chi, per situazioni impreviste della vita o per le costose cure mediche di un figlio disabile, semplicemente non ha più potuto pagare l’affitto di casa.

«Sono riuscita a ottenere la cosiddetta morosità incolpevole dal Comune, soldi che chiaramente vanno nelle tasche del padrone di casa, è un suo diritto. Ma lo sfratto è stato solo sospeso, non revocato, quindi finiti quei soldi lui è tornato di nuovo all’attacco e mi ritrovo con uno sfratto che a momenti verrà riesumato», racconta una donna. Figli con gravi patologie, minorenni, donne con gravidanze a rischio, casi diversi ma una sola richiesta di fondo: quella di non ritrovarsi per la strada e, un giorno, essere messi in condizione di mantenersi, di pagare un affitto, di avere un lavoro. L’assessore Mattina ascolta con paziena tutte le storie, ma avvisa subito: «Non sono qui per darvi soluzioni e neanche per prendervi in giro, il percorso da affrontare sarà lungo e complesso, ma possiamo farlo solo insieme», dice. In molti si appellano ai beni confiscati proprietà del Comune, ma il politico chiarisce che non può essere esclusivamente quella la via per superare l’emergenza abitativa.

La sua proposta, piuttosto, punta a trovare un accordo con i numerosi privati che possiedono case chiuse e sfitte da anni: «Sono circa 40 mila – precisa – Garantendo loro degli sgravi, potremmo lavorare in sinergia col Comune per convincerli a optare per affitti agevolati, creando un fondo di garanzia da cui attingere in caso l’inquilino di turno abbia degli imprevisti e non possa temporaneamente pagare». E sembra esserci nuova speranza nei volti delle famiglie. «L’esito dell’incontro di ieri lo registriamo in senso positivo, perché l’Assessore ci ha mostrato tutta la sua disponibilità in termini di dialogo e di confronto», commenta infatti Pellicane questa mattina sui social. 


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