Segretario Raciti: ma al PD siciliano conviene entrare in questo Governo?

DAL 2009 AD OGGI LA STORIA HA DATO RAGIONE A QUELLA PARTE DEL PARTITO DEMOCRATICO SICILIANO CHE NON HA APPOGGIATO NE’ IL GOVERNO LOMBARDO, NE’ IL GOVERNO CROCETTA. A CHE CONDIZIONI, ORA, UN PARTITO CHE HA AVUTO RAGIONE DOVREBBE CAMBIARE LINEA POLITICA?

Sappiamo che oggi si riuniranno i cuperliani della prima ora per affrontare i temi legati al rimpasto dell’attuale Governo regionale. Sono i dirigenti del PD siciliano che dal 2009 non hanno mai cambiato linea politica: critici verso il Governo regionale di Raffaele Lombardo e critici verso il Governo di Rosario Crocetta. La storia gli sta dando ragione, perché si tratta di due pessimi Governi che hanno solo creato enormi danni.

Con una differenza, però: che il Governo Lombardo, pessimo in tante cose, aveva almeno un po’ di dignità istituzionale che gli ha consentito, quanto meno, di difendere, là dov’è stato possibile, lo Statuto e la dignità politica e culturale della Sicilia. Il Governo Crocetta non ha nemmeno questo: da due anni governa in modo inadeguato la Sicilia e si è pure ‘sbracato’ a Roma, svendendo una parte importante del futuro dei siciliani.

Ci riferiamo, in particolare, agli accordi sciagurati firmati da Crocetta a Roma, in base ai quali la Regione ha rinunciato a contenziosi finanziari con lo Stato – in alcuni casi già vinti – davanti la Corte Costituzionale.

Sappiamo tutti quello che sta succedendo: martedì, a Sala d’Ercole, è stato cambiato il calendario dei lavori d’Aula sulla base di un azzeramento della Giunta regionale che il giorno dopo lo stesso Crocetta rinnegava, dicendo – con un ossimoro – che azzerare non significa cambiare tutto.

Noi non abbiamo mai creduto a questo azzeramento. Tant’è vero che né martedì scorso, né mercoledì, né giovedì abbiamo scritto che ci sarebbe stato il rimpasto-lampo.

Conoscendo Crocetta e i ‘pupari’ del Governo sapevamo – e i fatti ci stanno dando ragione – che la nuova Giunta-lampo era una balla e che questa storia sarebbe andata per le lunghe.

Non sappiamo a che punto sia giunto questo stanco dibattito che il PD siciliano ha avviato con Crocetta e con i ‘pupari’ del Governo regionale.

Dicono che Udc e Articolo 4 sarebbero persino disposti a cambiare gli assessori. Vedremo.

Quello che vorremmo chiedere al PD siciliano rappresentato dal segretario regionale, Fausto Raciti, si condensa in una domanda: fino a che punto conviene, a questo Partito, entrare a far parte dell’attuale Governo regionale?

Se fosse dipeso da Crocetta e dai ‘pupari’ dell’attuale Governo tutto si sarebbe chiuso con due assessorati ai cuperliani del PD. E tutti gli altri assessori – protagonisti, insieme con Crocetta, dello sfascio di questi due anni di Governo – sarebbero rimasti al proprio posto.

La partecipazione del PD siciliano ufficiale al nuovo Governo avrebbe senso solo cambiando tutt’e dodici assessori. Dando vita a un Governo ‘politico’ a tutti gli effetti.

La situazione finanziaria della Sicilia è gravissima. Resa drammatica dai tagli del Governo nazionale e dall’incapacità politica e amministrativa di Crocetta e del suo ‘cerchio-tragico’.

Il nuovo Governo dovrebbe essere autorevole. Gli assessorati andrebbero assegnati a personalità forti: vista la drammaticità del momento, ai leader e ai segretari regionali dei Partiti. In modo da far pesare a Roma la presenza, nel Governo regionale, di politici fortemente legati ai territori.

Invece Crocetta e i ‘pupari’ insistono con le mezze figure che possono o controllare a piacimento nel caso di propri sodali, o intimorire e condizionare (com’è avvenuto con la disastrosa gestione dell’assessorato all’Economia da parte del’assessore Maurizio Agnello).

Che senso ha sentirsi dire da un personaggio come Crocetta – che nel 99 per cento dei casi parla in nome e per conto dei ‘pupari’ del suo Governo – che i parlamentari non possono entrare in Giunta. E’ chiaro che questi personaggi non vogliono al Governo personalità forti: perché vogliono continuare a fare il bello e il cattivo tempo (la dizione sarebbe un’altra…).

Torna la nostra domanda: che senso ha entrare a far parte di questo Governo? Con 3 miliardi di ‘buco’ c’è poco da studiare. Soprattutto con un Governo nazionale che vuole capire che cosa può ancora scippare alla Sicilia (è per questo che ieri si è presentato a Palermo il sottosegretario Delrio: per capire che cosa Roma può ancora depredare alla Regione siciliana: e poco importa se i soldi se li prenderà un assessore all’Economia messo da Renzi, o se glieli darà Crocetta, che nel calare il capo a Roma non lo batte nessuno).

Lumia, Crocetta, Confindustria Sicilia e i renziani governano la Sicilia? Che se la continuino a governare.

A meno che non intervenga un cambiamento radicale: 12 assessori nuovi, tutti ‘politici’ solo in parte controllabili da Crocetta, Lumia e ‘pupari’ vari.

Politici di provata esperienza, in grado di dire “No” a Roma. E di iniziare un risanamento che sarà comunque doloroso, ma che non dovrà essere ‘ascaro’.


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