L'emergenza è rientrata a Palermo e provincia solo verso la metà di novembre, ma per quanto riguarda i docenti di sostegno la situazione «continua a essere critica». A denunciarlo è il sindacato di docenti e precari che, riferendosi alla recente riforma del Governo, parla di «un totale fallimento»
Scuola, su carenza organico «ritardo preoccupante» Anief: «Centinaia di esclusi dal piano straordinario»
La carenza di docenti in organico è stata superata a Palermo e provincia solo nelle ultime settimane con un «ritardo preoccupante». Fino a poche settimane fa, infatti, c’erano ancora 13 cattedre scoperte tra scuola d’infanzia e primaria. Il quadro si è normalizzato solo verso il 10 novembre, ma per quanto riguarda i docenti di sostegno la situazione «continua a essere critica». A denunciarlo è l’Anief, il sindacato di docenti e precari che, riferendosi alla recente riforma del Governo, parla di «un fallimento della Buona Scuola». Secondo l’associazione sindacale professionale, in Calabria, Campania e Sicilia, risultano ancora senza docente molti spezzoni di cattedra.
Per la scuola dell’infanzia e primaria, in particolare, nelle provincie di Terni, Cosenza, Perugia, Campobasso, Roma, Latina e Palermo, sono ancora in corso le convocazioni per il conferimento degli incarichi annuali e a Catanzaro si devono completare pure quelle del personale Ata. Al Nord, in realtà, il quadro appare ancora più fosco che al Sud. A Genova, ad esempio, il 30 per cento dei bambini disabili delle scuole primarie non ha ancora avuto un insegnante di sostegno specializzato mentre a Torino, ci sono da coprire ancora 339 posti, di cui 230 di sostegno e vi sono, inoltre, ancora vuoti a macchia di leopardo alle medie e alle superiori; carenze di docenti delle superiori si segnalano anche in Veneto e in altre regioni.
A Palermo e provincia, la situazione sembra essere migliorata. In base alle cifre fornite dall’Anief, al momento non ci sarebbero grosse carenze in organico, ma solo perché i vuoti sono stati colmati pochi giorni fa, con un ritardo «inaccettabile» per Andrea Messina, responsabile della segreteria nazionale dell’Anief. «L’anno di transizione doveva essere il 2015-2016, ma questo nuovo anno scolastico sembra peggiore del precedente. Io sono entrato in classe un mese dopo l’inizio delle lezioni e questo si traduce in un danno notevole per gli alunni. Fino alla scorsa settimana a Palermo e provincia risultavano ancora una decina cattedre scoperte. La situazione si è calmierata verso la metà di novembre, un dato che al di là dei freddi numeri, rivela una situazione allarmante». Il medesimo scenario si è ripetuto per gli insegnanti di sostegno: «Anche qui abbiamo registrato un ritardo notevole. Se si considera che ci sono state recentemente 100 mila immissioni di ruolo, questa è la prova che c’è qualcosa che non funziona – ha aggiunto – e che questa riforma è ancora in alto mare».
Anocra più duro il presidente nazionale dell’Anief Marcello Pacifico per il quale in Italia ci sarebbero ancora una miriade di cattedre da coprire. «È paradossale che nelle università di Palermo si siano specializzati centinaia di colleghi già abilitati per il sostegno – ha spiegato -, e che il Governo li abbia esclusi sia dal piano straordinario di assunzione sia dalla partecipazione all’ultimo concorso a cattedra. Nel frattempo, sono stati chiamati come insegnanti di sostegno dei docenti sprovvisti di specializzazione, a seguito della procedura straordinaria di mobilità. Appare ancora più assurdo che le famiglie si debbano rivolgere ai nostri legali, che prestano servizio gratuitamente, per garantire le ore corrette di insegnanti di sostengo ai propri figli perché lo Stato continua a non trasformare i posti in deroga, per diversi anni assegnati, in organico di diritto. Sembra assurdo, ma la riforma della scuola – conclude – ha aggravato il fenomeno del precariato e della copertura adeguata dei posti».