Di fatto, l'esponente del governo ha dimostrato di non sapere nemmeno chi paghera' dopo l'introduzone delle novita' (a quanto pare la stessa regione)
Scontro tra Cracolici e l’assessore Bruno sulla riforma dei Servizi per il lavoro
DI FATTO, L’ESPONENTE DEL GOVERNO HA DIMOSTRATO DI NON SAPERE NEMMENO CHI PAGHERA’ DOPO L’INTRODUZONE DELLE NOVITA’ (A QUANTO PARE LA STESSA REGIONE)
Di fatto, lassessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, è stato sfiduciato dal PD.
Lo si è capito ieri, durante laudizione in Commissione Cultura e Lavoro allArs. È stato Antonello Cracolici, parlamentare tra i più autorevoli del Partito Democratico e presidente della commissione Affari istituzionali allArs ad incalzare lassessore Bruno sul tema della riforma dei Servizi per il Lavoro e sul modello misto che prevede lintegrazione delle attività strettamente pubbliche e quelle private con particolare riferimento alla gamma delle attività da affidare ai diversi soggetti accreditati.
Cracolici, a margine dellaudizione-fiume allArs, ha parlato di inadeguatezza del Governo regionale, capace solo, in questi due anni, di mostrare gravi limiti, incapacità dazione e irritante supponenza.
Lo scontro tra lassessore al Lavoro e lesponente del partito di maggioranza che sostiene lesecutivo guidato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, si è consumato su una mancata risposta seguita ad un preciso quesito posto dal presidente della Commissione Affari istituzionali allArs.
Cracolici ha posto la seguente domanda: Chi pagherà il servizio che erogheranno le agenzie del lavoro private accreditate nella Regione siciliana?. Lassessore Bruno, in evidente difficoltà, ha risposto dicendo che probabilmente saranno le stesse aziende a pagare per il servizio ottenuto.
La risposta dellassessore, un po’ vaga ha fatto andare su tutte le furie lesponente del PD che ha replicato con tono risoluto tornando alla carica, contestando lincerta risposta, irrispettosa del ruolo di assessore e dello stesso luogo in cui si svolgevano i fatti: la Sala Rossa del Parlamento siciliano.
Cracolici, interpretando il ruolo istituzionale di parlamentare dellArs, ha ripreso lassessore malcapitato, evidenziando linadeguatezza della risposta. In effetti, il tentativo dell’assessore Bruno di riprendersi è servito a poco. Non è stata una gran bella figura da parte di un assessore regionale.
Lha presa male Cracolici ieri. Nel battibecco finale, che ha consacrato latto di sfiducia del presidente della prima Commissione parlamentare allArs allassessore al Lavoro, Cracolici ha chiaramente contestato la direttiva sugli accreditamenti dei soggetti privati per i Servizi per il Lavoro in Sicilia. Perché a giudicare da quello che si è capito, a pagare per tali attività sarà la Regione siciliana con risorse pubbliche.
A nulla è valso il tentativo di replica dellassessore Bruno, che ha azzardato un tentativo di risposta, ricordando a Cracolici che il modello misto, pubblico-privato, per la gestione delle azioni della Youth Guarantee e le politica del mercato del lavoro è una scelta del Governo. Lo stesso Governo che il PD, di cui Cracolici è uno degli esponenti di maggiore spicco, sostiene da due anni, tra fallimenti polemiche.
Ieri sono state tante le stranezze. Passaggi, apparentemente ininfluenti, che la dicono lunga sulla ‘qualità’ degli attuali governanti. Per esempio, quando Cracolici ha chiesto all’assessore Bruno chiarimenti sul Piano Giovani, si è sentito rispondere così: Non ne so nulla del Piano Giovani, è la dottoressa Corsello che se ne è occupata.
In pratica, un assessore regionale al Lavoro un po’ disinformato su quanto succede nei suoi uffici. ma non dovrebbe essere l’assessore regionale l’interlocutore politico con i parlamentari?
Quel che è emerso dalla giornata di ieri, oltre ad un clima di resa dei conti, è stata la presenza di due assessori regionali – il già citato Bruno e Nelli Scilabra – non molto lucidi nel fornire adeguate risposte alle richieste di chiarimenti da parte dei parlamentari di minoranza e di maggioranza.
Una brutta pagina politica, che ha messo in evidenza, tra le altre cose, anche lo scollamento tra i partiti che appoggiano allArs il Governo del presidente Crocetta.