Sciopero dei bancari a Palermo «Fallito il disegno dell’Abi di destrutturazione»

Sono state quattro le manifestazioni oggi in Italia in occasione dello sciopero nazionale di categoria proclamato unitariamente da Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl Credito, Uilca Uil e Unisin. Palermo, Roma, Milano e Ravenna, in prima linea quindi.

L’appuntamento a Palermo era a piazza Verdi, davanti al teatro Massimo, dove per la prima volta sono scesi in piazza i lavoratori delle banche. In discussione è il rinnovo del contratto di categoria, disdettato unilateralmente dall’Abi, l’associazione datoriale che rappresenta le banche e i banchieri.

«Il grande successo dello sciopero dei bancari dimostra, ancora una volta, che il disegno dell’Abi di destrutturare il contratto è fallito – dice il segretario generale della Uilca, Massimo Masi -. Abi è voluta arrivare alla conta e il risultato è stato schiacciante. La percentuale di adesione che sfiora il 90 per cento, superiore allo scorso sciopero del 31 ottobre 2013, e il numero elevato di filiali chiuse, dimostrano che Abi deve tornare al tavolo delle trattative togliendo le pregiudiziali su eliminazione scatti, ricalcolo Tfr, area contrattuale, inquadramenti e aumenti salariali legati all’inflazione».

E’ la prima volta che i bancariPalermo scendono in piazza in massa, in una grande iniziativa unitaria, per sconfiggere l’idea di lavoro del governo e degli imprenditori, che consiste nel volere scaricare la crisi sui lavoratori – dice il segretario della Cgil di Palermo Enzo campo – Il contratto di lavoro è un diritto, che permette lo sviluppo della società. Solo una buona occupazione rende buono ed efficiente il servizio ai cittadini».

Il sindaco di Palermo e presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando ha espresso solidarietà al comparto dei bancari in sciopero: «Sono vicino alla categoria – ha detto Orlando – che rivendica le giuste garanzie contrattuali e salvaguardia degli spazi occupazionali nel settore. La crisi del settore è grave in tutta Italia, ma lo è ancora di più in Sicilia dove nell’ultimo decennio si è anche registrata la scomparsa di prestigiose Aziende di Credito con il conseguente accentramento dei centri direzionali in altre aree del Paese. Ciò ha portato ad un ridimensionamento degli organici e a una perdita occupazionale, relativa a Palermo e Sicilia, di circa 12 mila posti di lavoro. E’ un dato che contrasta fortemente con quello registrato nel Nord del Paese, dove invece le aziende hanno assunto nuovo personale, così come hanno fatto con alcune delocalizzazioni all’estero. Sono certo che i sindacati di categoria, che hanno scelto Palermo come sede dello sciopero nazionale di oggi, si faranno carico di evidenziare il problema emergenziale dell’occupazione nell’Isola».

«Le altissime adesioni alla mobilitazione dei lavoratori del settore del credito, anche in Sicilia, dimostrano una piena consapevolezza che va ben oltre le sacrosante rivendicazioni per la difesa del posto di lavoro e la stipula del contratto nazionale – dice Sergio Lima della segreteria regionale di SEL Sicilia -. In gioco c’è la dignità stessa del lavoro e la necessità di interventi nel settore del credito. Nell’Isola negli ultimi anni abbiamo assistito ad una sconcertante contrazione dell’occupazione e al peggioramento delle condizioni per i lavoratori e per gli utenti. L’ABI in questi anni ha colpito il principio stesso della dignità del lavoro, tramite una progressiva precarizzazione. Inoltre ha scaricato sulla Sicilia un insopportabile peso nelle strategie di riduzione progressiva del personale. Una tendenza che risalta anche constatando come delle nuove assunzioni previste, anche con ingenti contributi economici nazionali, solo le briciole siano toccate alla nostra regione».


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