L'atto di accusa di Dino Fiorenza, deputato regionale e ortopedico, contro la convenzione tra Rizzoli di Bologna e Villa Santa Teresa di Bagheria. «Svolgono attività di routine - dichiara - a fronte di un costo che definire pazzesco è poco». Cgil: «Le cifre della mobilità passiva restano un mistero»
Sanità, 90 milioni in quattro anni a istituto di Bologna «Ma viaggi della speranza aumentati, è uno spreco»
I viaggi della speranza non diminuiscono in maniera significativa, eppure il sistema sanitario regionale continua a spendere milioni di euro in convenzioni con i poli sanitari d’eccellenza, nel tentativo di fermare l’emorragia. L’ultimo atto di accusa all’assessorato di piazza Ottavio Ziino è di Dino Fiorenza, deputato del Mpa, secondo cui da quattro anni la Regione siciliana regalerebbe all’istituto Rizzoli di Bologna 22 milioni di euro «per svolgere attività di routine in Sicilia, a fronte di un costo che definire pazzesco è poco». Grazie alla convenzione con Villa Santa Teresa di Bagheria.
Il deputato regionale, egli stesso medico ortopedico, ricorda come «in questi anni dalla Sicilia sono partiti verso Bologna quasi 90 milioni di euro senza che si arrestasse minimamente la triste prassi dei viaggi della speranza, perché l’assurdità è che la convenzione esclude proprio le casistiche, l’oncologia ortopedica e l’ortopedia pediatrica, per le quali si registrano la maggioranza dei viaggi fuori Sicilia». Per Fiorenza, «fra gli ortopedici siciliani vi sono professionalità e competenze non inferiori a quelle di altre regioni e con meno della metà dei soldi elargiti al Rizzoli, in Sicilia si attiverebbe un centro di eccellenza». Il riferimento del deputato è al progetto di realizzazione di un polo di eccellenza ortopedica presso l’ospedale San Marco di Librino: secondo l’esponente del Mpa, se si rescindesse la convenzione tra Rizzoli a Villa Santa Teresa a Bagheria e si attivasse la struttura etnea, «con meno costi avremmo maggiori benefici».
A rincarare la dose, interviene Renato Costa, segretario regionale della Cgil Medici, secondo cui «tutte queste convenzioni con poli d’eccellenza privati avrebbero dovuto rispettare un parametro comune, cioè una considerevole diminuzione dei viaggi della speranza. Soltanto in quel caso avrebbero motivo d’esistere, altrimenti si tratta soltanto di uno spreco. Mi pare che la realtà racconti ancora di valigie riempite e di biglietti aerei staccati. La Regione continua a spendere soldi per mantenere in vita delle convenzioni che non hanno ridotto i viaggi della speranza. Che senso ha allora?». Sulle cifre della cosiddetta mobilità passiva, Costa ammette: «Sappiamo che la situazione non è migliorata negli ultimi anni, ma non conosciamo le cifre nel dettaglio. Come Cgil Medici le abbiamo più volte richieste all’assessorato alla Salute, ma non ce le hanno mai fornite».