Uno spettacolo itinerante tra i suggestivi vicoli del rione, cuore pulsante di Catania. Si chiama Specula speculorum, il risultato di un anno di attività laboratoriali e di drammaturgia di comunità portate avanti dall'associazione culturale Trame di quartiere. «Fondamentale lavoro di archivio», spiegano
San Berillo, il theatour tra le stradine del quartiere «Raccontarne la storia attraverso i suoi personaggi»
Uno spettacolo itinerante (un theatour, lo definiscono) tra i suggestivi vicoli e le strette stradine di San Berillo, cuore pulsante di Catania. È Specula speculorum, il risultato di un anno di attività laboratoriali e di drammaturgia di comunità portate avanti nel quartiere, che verrà presentato alla città sabato 3 e domenica 4 giugno, alle 21, con una replica in programma sabato 24.
«I gruppi guidati da Maria Giovanna Italia, Luisa Sannella e Maria Chiara Salemi – spiega a MeridioNews Andrea D’Urso, responsabile dell’associazione culturale Trame di quartiere – hanno lavorato all’interno del rione facendo interviste, laboratori di teatro sociale e diverse attività tecniche e teatrali con lo scopo di far emergere elementi e opinioni che qualificano la comunità e ne costituiscono l’identità». E che oggi vengono messi in scena, in una versione teatrale, durante lo spettacolo in cui diversi performer vestiranno i panni dei protagonisti di San Berillo.
È questo lo scopo del teatro sociale che si pone l’obiettivo di lavorare sulla narrativa collettivi facendo esperienza della pluralità come risorsa creativa e sociale e restituendo il patrimonio immateriale fatto di vicende storiche, racconti e ricordi in chiave performativa alla collettività. «Racconteremo la storia del quartiere attraverso i suoi personaggi – aggiunge D’Urso – che avranno nomi inventati ma trovano riscontro nella realtà in persone in carne e ossa».
Anzi, qualcuno ha perfino deciso di mettersi alla prova come attore. Franchina, per esempio, prenderà attivamente parte allo spettacolo, mentre gli altri saranno sicuramente tra il pubblico, probabilmente in prima fila. «Dietro il risultato finale a cui hanno contribuito tutti quelli che in un modo o nell’altro si sono interessati al quartiere negli ultimi anni c’è anche un grande lavoro di archivio con cui si è tentato di combinare la storia istituzionale e documentaria con le memorie personali delle persone normali che hanno vissuto e vivono questo posto in prima persona».