Sammartino e la «fratellanza» con Melo Santapaola Assunzioni concordate con l’ex vicesindaco indagato

Tre fratelli in chat. Due di sangue, uno solo putativo. Il deputato regionale Luca Sammartino, l’ex vicesindaco di Misterbianco Carmelo Santapaola, accusato di essere prestanome di esponenti mafiosi, e suo fratello Vincenzo condividevano un gruppo su WhatsApp dal nome piuttosto eloquente: «La fratellanza». Un’unione che andava oltre amicizia e vicinanza politica e che, come rivela MeridioNews, sarebbe arrivata a concordare i nominativi da fare assumere in società compiacenti. Grazie all’intervento del deputato regionale di Italia viva, il più renziano dei renziani, dato per pronto al salto verso la presidenza della Regione. C’è anche questo tra gli atti dell’indagine per corruzione elettorale a carico del 35enne ex Pd. Il suo feeling elettorale con Santapaola, ex numero due di Nino Di Guardo, del resto, era noto. Adesso, però, c’è qualcosa di più. Sebbene, per questo, né Carmelo Santapaola né suo fratello siano indagati, vista l’assenza di eventuali richieste di contropartite.

Santapaola (affettuosamente chiamato Melo) è il protagonista principale dello scioglimento per mafia del Comune di Misterbianco. Il documento che ne stigmatizza comportamenti e relazioni (anche parentali), ha un altro Sammartino di mezzo: Claudio, lo zio di Luca ma, soprattutto, il prefetto di Catania. Così vicini, così lontani. È giugno 2017 quando Sammartino (Luca) e i Santapaola si scambiano i messaggi al centro dell’interesse della procura di Catania. Sulla chat «La Fratellanza» a intervenire sono per lo più i due politici. Lì non vengono condivise solo le foto della nomina di Santapaola a vicesindaco di Misterbianco (e del contestuale festeggiamento del fratello di lui, seduto in poltrona, in posa davanti al gonfalone del Comune). Si parla anche di posti di lavoro.

Quelli che il deputato regionale, secondo gli inquirenti, sarebbe stato in grado di fare ottenere con l’imposizione delle sue conoscenze. In particolare di quella con l’amministratore delegato di Elisicilia srl, Luca Mallia, giovane titolare di una importante impresa che si occupa di prevenzione antincendio e di gestione di elisuperfici, anche per diverse aziende sanitarie del territorio siciliano. Così con Mallia Sammartino discute di posti, su richiesta di Santapaola: solo tre? Meglio cinque. In modo da riuscire a sistemare pure quel ragazzo lì, quello che di potenziale ne ha tanto: ha ottenuto, da solo, oltre cento voti alle elezioni amministrative di Misterbianco. E l’assunzione si fa, l’1 agosto 2017, con la fascia tricolore ancora calda sulla spalla del vicesindaco. Stando agli investigatori, i due si scambiano anche suggerimenti. Se c’è da cambiare una ditta che lavora per il Comune, Santapaola chiede consiglio a Sammartino. Ne riparleranno di persona, risponde l’onorevole.

Gli intrecci tra Misterbianco e Sammartino non finiscono qui. Alcuni contatti, con altri esponenti politici del Catanese (vedi alla voce Nino Rizzotto, assessore di Mascalucia, coinvolto nell’inchiesta), precedono le elezioni amministrative nel Comune e raccontano di un’attenzione vivissima per quel territorio. I resoconti dalla chat «La fratellanza» si interrompono a febbraio 2018. Data del sequestro del cellulare di Luca Sammartino a causa dell’indagine – lui è stato archiviato – sugli anziani al voto nelle case di cura

Pochi mesi dopo, a novembre 2018, Carmelo Santapaola finisce in manette e chiude, per il momento, la sua carriera politica. Si dimette da vicesindaco, il suo centro scommesse L’orso bianco caffè viene sequestrato, la procura lo accusa di intestazione fittizia di beni e di mafia. Si scopre che è cugino dei fratelli Placenti, per gli inquirenti al vertice di un vero e proprio clan. Un anno fa viene scarcerato e sottoposto all’obbligo di firma. Tutto questo, però, avviene mesi dopo l’estrazione dei messaggi dal cellulare di mister 32mila preferenze da parte della Digos. 

Luisa Santangelo

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