Si era partiti dall’ottimismo del pomeriggio, si chiude all’insegna del nervosismo il tentativo – l’ennesimo – di riunire il centrodestra. L’unica cosa certa, alla fine della giornata, è che Francesco Cascio resta in corsa come candidato a sindaco di Palermo. «Se qualcuno confonde la disponibilità al confronto con un ritiro sbaglia strada», dice l’ex presidente dell’Assemblea regionale, che proprio a palazzo dei Normanni ha preso parte a un vertice in serata insieme all’autonomista Roberto Di Mauro, all’ex ministro Saverio Romano, all’ex deputato Antonello Antinoro e a Gianfranco Miccichè, deus ex machina dell’incontro, imbastito subito dopo lo scambio di comunicati con sbandierate intenzioni di apertura da parte di Cascio e dell’avversario interno al centrodestra Roberto Lagalla. Assente la Lega.
Tutto faceva pensare a un passo di lato, come tanto si usa dire oggi, di Cascio in favore dell’ex rettore. «Cascio non si ritira, neanche morto», dice un Miccichè visibilmente innervosito all’uscita dal vertice insieme al candidato. L’attuale presidente dell’Ars fa poi riferimento a un comunicato di Lagalla o a un messaggio «mandato ai suoi» e ad alcuni giornali che davano già il ritiro del candidato forzista come cosa fatta. A inasprire il dialogo anche un’altra nota, di Giampiero Cannella, coordinatore di Fratelli d’Italia, che diceva «se avessimo tenuto conto esclusivamente di quello che dice Gianfranco Miccichè non avremmo mai trovato la sintesi sul professore Lagalla da offrire a tutta la coalizione di centrodestra».
Durante l’incontro è arrivato anche un altro candidato sindaco in quota centrodestra, Totò Lentini. «Mi hanno convocato, magari vogliono ritirarsi e appoggiare me», dice il parlamentare regionale, che però ha lasciato il vertice dopo una manciata di minuti, evidentemente senza esito. Alla fine la partita resta comunque aperta, con tanto di nota conciliante da parte di Forza Italia. «I partiti apprezzano l’apertura di oggi – dice ancora Miccichè – Ma non accettiamo condizionamenti per un ritiro di Cascio».
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