Fallisce il tentativo di ingozzare di soldi i collaboratori dell'esecutivo. In aula erano solo 13 (solo 5 della 'presunta' maggioranza) e la seduta e' stata rinviata. Si chiariscono, intanto, i contorni della bizzarra ordinanza della corte costituzionale che, dopo sessant'anni, si e' ricordata dell'alta corte: e' solo un tentativo, un po' squallido, di proteggere chi oggi governa la regione. Stasera un'anticipazione. Domani tutti i retroscena di questa nuova farsa
Sala d’Ercole, tabelle sbagliate e Governo in ‘fuga’ sui fondi all’ufficio di gabinetto
FALLISCE IL TENTATIVO DI INGOZZARE DI SOLDI I COLLABORATORI DELL’ESECUTIVO. IN AULA ERANO SOLO 13 (SOLO 5 DELLA ‘PRESUNTA’ MAGGIORANZA) E LA SEDUTA E’ STATA RINVIATA. SI CHIARISCONO, INTANTO, I CONTORNI DELLA BIZZARRA ORDINANZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE, DOPO SESSANT’ANNI, SI E’ RICORDATA DELL’ALTA CORTE: E’ SOLO UN TENTATIVO, UN PO’ SQUALLIDO, DI PROTEGGERE CHI OGGI GOVERNA LA REGIONE. STASERA UN’ANTICIPAZIONE. DOMANI TUTTI I RETROSCENA DI QUESTA NUOVA FARSA
Ormai siamo alla frutta. Il Governo di Rosario Crocetta porta in Aula le ‘carte’ sbagliate. L’Ufficio di presidenza dell’Ars non se ne accorge. Se ne accorge, invece, un parlamentare che rimane zitto “perché – ci dice – me la volevo vedere tutta…”. Poi lo scontro non tra maggioranza e opposizione, ma tra deputati che sostengono il Governo (che non sono maggioranza quasi mai) e opposizione. Il Governo vorrebbe iniziare la discussione sulle variazioni di Bilancio martedì. Ma non ha i numeri: se ne parlerà mercoledì. Nel frattempo, il Governo prova a rimpinguare le ‘casse’ degli uffici di gabinetto. Ma…
Insomma, un pomeriggio da dimenticare, quello di oggi a Sala d’Ercole. Con un Governo sempre più confuso e confusionario. Che è riuscito a portare in Aula il disegno di legge sulle variazioni di bilancio con le tabelle sbagliate! Particolare che è stato notato da un parlamentare che non ha voluto infierire su un esecutivo ormai in tilt.
Il Governo e i deputati che lo sostengono hanno fretta: vorrebbero varare una manovra vergognosa – e ora diremo perché – prima del voto delle europee. Debbono provare a prendere in giro la gente che gli va ancora dietro.
Vorrebbero iniziare la discussione martedì. Chiudendo a lunedì il termine per la presentazione degli emendamenti. Ma impattano su un’opposizione che impone non soltanto il termine per la presentazione degli emendamenti a martedì, ma anche una conferenza dei capigruppo, sempre martedì.
Morale: la discussione sulla manovra che rischia di ‘terremotare’ ancora di più i conti della Regione inizierà mercoledì.
Intanto il Governo che vorrebbe mettere il ‘tetto’ ai dipendenti della Regione e dell’Ars prova a far passare un’altra vergogna: l’aumento dei fondi in favore degli uffici di gabinetto. Ma in Aula sono rimasti in tredici: 8 deputati dell’opposizione e 5 della maggioranza. Risultato: seduta sospesa. E Governo con le pive nel sacco.
L’Aula riprenderà martedì prossimo. Ma non per discutere la manovra. Che, come già accennato, riprenderà mercoledì.
Si chiariscono, intanto, i contenuti – che sono più politici che giuridici – dell’ordinanza della Corte Costituzionale che, dopo sessantanni (e dopo i ‘maneggi’ sul titolo quinto della Costituzione), si è improvvisamente ricordata che, senza l’Alta Corte per la Sicilia, l’Ufficio del Commissario dello Stato sarebbe illegittimo.
Questa sceneggiata, a quanto pare, è legata non a grandi principi di tutela dell’Autonomia siciliana – come qualcuno pensa ingenuamente – ma a motivi molto più miserabili dei quali daremo conto domani.
Stasera anticipiamo solo che il Governo della Regione, dopo aver acceso due mutui – uno da 950 milioni di euro e un secondo da oltre 300 milioni di euro – si accinge ad accendere un terzo mutuo da 100 milioni di euro, sempre per spesa corrente (80 milioni di Comuni e 20 milioni per i forestali). Notizia nota. La novità è che il Governo teme l’impugnativa.
La manovra di variazioni di bilancio, insomma, sarebbe composta da 136 milioni di euro più il mutuo da 100 milioni di euro per spesa corrente. Senza ritorno della Tabella H.
Il timore del Governo di Rosario Crocetta, come già accennato, è che il Commissario dello Stato gli impugni il terzo mutuo da 100 milioni di euro rovinando la campagna elettorale a chi oggi governa (si fa per dire!) la Sicilia.
E’ in questo clima – e con altre motivazioni che racconteremo domani, non meno gravi delle ‘protezioni’ di cui gode questo terzo mutuo che il Governo vuole accendere sulla pelle di famiglie e imprese siciliane – che è maturata la bizzarra ordinanza della Corte Costituzionale.
Come finirà? A nostro avviso, la legge di variazioni di Bilancio, una volta approvata dall’Ars, dovrà passare comunque dal vaglio dell’Ufficio del Commissario dello Stato. Che, sempre a nostro avviso, questa volta, dovrebbe ignorare quest’ordinanza – ribadiamo: ‘politica’ – della Corte Costituzionale e impugnare questo balordo mutuo da 100 milioni di euro per spesa corrente.
Almeno questo, l’Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana, lo deve ai siciliani prima di essere sbaraccato. Prima di andare via sarebbe bene che quest’Ufficio assesti questo bel colpo a un Governo che ha fatto e continua a fare solo danni.
Detto questo, non possiamo non stigmatizzare il comportamento del PD siciliano, che continua a sostenere un Governo inutile e dannoso solo perché, dopo sessant’anni, sono riusciti a vincere in modo rocambolesco un’elezione (peraltro con l’appoggio di quattro venduti del centrodestra che sono ancora piedi piedi…).
Questo PD non ha ancora capito che Crocetta è indifendibile. E la forzatura con l’improprio appoggio della Corte Costituzionale non potrà fare altro che peggiorare le condizioni finanziarie della Regione e, soprattutto, delle famiglie e delle imprese siciliane. Ma su questo punto, come già accennato, saremo più chiaro domani.