Sala d’Ercole, Province: Ardizzone modifica il testo approvato, rivolta in Aula

IL PRESIDENTE DELL’ARS VA IN SOCCORSO DEL GOVERNO, DIMENTICANDO DI ESSERE IL GARANTE DEL PARLAMENTO

Ennesimo colpo di scena all’Ars, dove dovrebbe andare di scena il voto finale al controverso ddl di riforma delle Province. A bocce ferme, il Presidente di Sala d’Ercole, Giovanni Ardizzone, annuncia emendamenti correttivi al testo sulla riforma votato dall’Aula.

Insorge l’oppossizione: “Non è la prima volta che lei presta soccorso al Governo e anche questa volta non si smentisce” ha dichiarato Santi Formica della Lista Musumeci.

Ancora più duro Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars: “Questo è un modo becero di stravolgere il risultato del voto in Aula. Porremo una questione procedurale perche’ ben ventuno norme vengono modificate in modo sostanziale. Ci sono anche due emendamenti aggiuntivi, un fatto irrituale, lei non sta svolgendo il ruolo di garante. ”.

In particolare, Falcone se la prende con l’emendamento  che abbassa a 150 mila (da 180 mila) abitanti la quota minima perché un Consorzio non si sciolga in caso di fuoriuscita di qualche Comune che così recita: “Non è ammessa la costituzione di un Libero consorzio, l’adesione di un comune ad altro Libero consorzio ovvero l’adesione di un comune alla città metropolitana qualora per effetto del distacco nel Libero consorzio di provenienza la popolazione risulti inferiore a 150 mila abitanti ovvero si interrompa la continuità territoriale tra i Comuni che ne fanno parte”.

Intanto,il Nuovo centrodestra annuncia il suo voto contrario alla riforma:

“Abbiamo cercato di migliorare una legge quantomeno fumosa e farraginosa e, in qualche occasione, ci siamo anche riusciti, responsabilmente fedeli al nostro intendere il risparmio strettamente legato alla qualità dei servizi – dice il capogruppo Ncd, Nino D’Asero – Ora, per il pronunciamento finale voteremo contro”.

“Ripetiamo che era probabilmente il caso di attendere la legge nazionale e non scivolare piuttosto in norme prettamente antidemocratiche quale è quella che istituisce le elezioni di secondo grado: fortemente a rischio di trasformarsi in semplici nomine, sopra le teste dei cittadini elettori. L’elezione diretta, quantomeno dei presidenti dei liberi consorzi, sarebbe stato un buon segnale che non si è voluto dare. Insomma – conclude Nino D’Asero – meglio che l’inseguire la ridondanza mediatica del siamo arrivati per primi ad abolire le Province, sarebbe stato il fermarsi a riflettere sul serio per fare una legge che avesse realmente dato dignità al territorio”.

Aggiornamento delle 19.33

Sala d’Ercole ha approvato gli emendamenti alla riforma delle Province presentati oggi, a sorpresa, dal Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Per la maggioranza si tratta di “norme ai sensi del 117 del regolamento interno che contengono aggiustamenti tecnici alle norme del ddl Province gia’ esitati nelle sedute precedenti”.


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