Calci e pugni per soggiogarla al proprio volere. Violenze subite per anni, a partire dal 2012, fino alle minacce come «ti metto sotto con la macchina». L'uomo indagato per maltrattamenti, lesioni e atti sessuali con minorenne è stato posto ai domiciliari
S.M. di Licodia, 20enne abusa della compagna 13enne «Ti infilo coltello nel collo». Lei lo lascia e lo denuncia
«Ti infilo un coltello nel collo». «Non ti fare vedere in giro con qualcuno perché ti metto sotto con la macchina». Sono queste alcune delle ultime minacce subite dalla ragazza che ha avuto la forza di denunciare l’ex compagno ai carabinieri. Il 26enne T.S. è stato indagato per i reati di maltrattamenti contro familiari, lesioni personali aggravate e atti sessuali con
minorenne commessi in danno della convivente.
Le indagini, coordinate da un pool di magistrati qualificati, hanno evidenziato una serie di eventi che hanno visto la donna patire dal 2012 a oggi una
vera e propria via crucis.
L’uomo nel corso della convivenza, avrebbe abusato sessualmente della compagna
quando questa ancora non aveva compiuto 14 anni. Oltre a questo, gli inquirenti hanno accertato che il 26enne avrebbe posto in essere una serie di condotte
violente e vessatorie nei confronti della compagna.
In più occasioni, infatti, l’avrebbe colpita con calci e pugni e provocandole delle lesioni. In un episodio le avrebbe addirittura causato la perforazione del timpano. Lo scopo sarebbe stato quello di soggiogarla al proprio volere, isolandola dal contesto di amici e dalla
famiglia di origine.
Condotte senza soluzione di continuità, anche dopo la decisione della ragazza di lasciare il
compagno.
La vittima ha denunciato l’ex ai
carabinieri fornendo tutti gli elementi necessari a configurare un quadro probatorio
a carico dell’indagato che non ha lasciato alcun dubbio al giudice che accogliendo la richiesta
della procura, ha emesso la misura cautelare della custodia degli arresti domiciliari eseguita dai carabinieri di Santa Maria di Licodia.