Metà struttura non è stata realizzata ed è diventata una discarica. Il cortile è pericolante, ci sono infiltrazioni d'acqua e tombini aperti. A pochi passi studiano 800 tra alunni e alunne. «Non sapevo di questi problemi», dice l'assessore D'Agata. «Interverremo presto», sostiene il collega ai Lavori pubblici Bosco
S.G.Galermo, allarme all’Istituto Di Guardo Eternit, girini e un progetto sparito nel nulla
Una scuola, tanti problemi. All’istituto comprensivo Padre Santo Di Guardo – che si trova nel quartiere catanese di San Giovanni Galermo – a ogni occhiata salta fuori qualcosa che non funziona come dovrebbe, o che non si trova dove dovrebbe. «Da anni l’edificio non viene manutenuto – dice a MeridioNews il consigliere comunale Giuseppe Catalano – per risistemare tutto servirebbero diversi milioni di euro», che le casse comunali non hanno. L’unica possibilità per trovarli sarebbe «accedere a qualche iniziativa del Governo nazionale». Ma per il momento «ci accontenteremmo che fosse ripristinato il decoro della scuola e garantita la sicurezza del popolo studentesco».
I problemi dell’istituto nascono quando «l’ufficio lavori pubblici – durante il trasferimento nei nuovi locali – perde il progetto di costruzione della scuola», che non è mai stata terminata. «Metà della struttura è rimasta un cantiere aperto». Niente finiture delle facciate o recinzioni e muretti. La cui assenza ha trasformato parte dell’area – che è molto vasta – in una discarica abusiva a cielo aperto. A poca distanza dal cortile per i giochi e la ricreazione «si trova anche dell’eternit – sostiene Catalano – oltre a elettrodomestici, pneumatici e altri rifiuti speciali». Ma non manca neanche l’immondizia comune «da quando l’amministrazione ha tolto i cassonetti dell’indifferenziata».
All’inciviltà di alcuni cittadini si sommano le carenze tecniche e la scarsa manutenzione della struttura. La tubazione del sistema antincendio perde da anni «e ha creato uno stagnetto, sull’asfalto, dove alcuni girini hanno trovato l’habitat ideale per crescere». La zona è recintata come lo è pure parte del cortile «giudicato inagibile dai vigili del fuoco». Poggia su un terrapieno in cemento che mostra diverse crepe. Il giardino su cui si affaccia pare una selva. «L’erba non viene tagliata da anni e alcuni cespugli sono alti almeno due metri». Tra la fitta vegetazione si nascondono dei pericoli per gli 800 tra bambini e bambine che studiano nella scuola. «I tombini della corrente elettrica sono scoperti».
Ma pure all’interno della scuola c’è più di qualcosa che non va. «La palestra è inagibile da diverso tempo – continua Catalano – Il Comune avrebbe dovuto mettere a disposizione un cestello per sistemare il tetto». Neanche quello che copre le aule e i corridoi versa in condizioni migliori «genitori e alunni lamentano numerose infiltrazioni d’acqua nei giorni in cui piove e pure nei seguenti». Di recente il consigliere comunale ha effettuato un sopralluogo e pubblicato su Facebook alcune fotografie. «Io cambierò scuola – dice una madre, che commenta le immagini – perché qui fa proprio schifo tutto» . «Ecco perché – aggiunge un’altra – alcuni preferiscono portare i propri figli in altre scuole».
I lavori per la manutenzione del verde, lo smaltimento dell’immondizia spettano all’assessorato di cui è capo Rosario D’Agata. «Apprendo dalla vostra chiamata la situazione in cui si trova l’istituto – dice l’assessore, contattato da MeridioNews – Mi attiverò per verificare la presenza di eternit e altri rifiuti pericolosi così da intervenire al più presto». Le opere di consolidamento del cortile e di completamento del progetto sono di competenza anche dell’assessorato ai Lavori pubblici. «Siamo già intervenuti per impermeabilizzare il tetto della palestra – dice l’assessore Luigi Bosco – bisogna solo pitturare i locali per completare i lavori». Riguardo al cortile pericolante «i tecnici stanno studiando come intervenire, non è un problema grave». Mentre per accedere ad eventuali fondi nazionali o europei – necessari per ultimare la scuola – serve un progetto per il completamento della struttura. «Cercherò di capire che fine hanno fatto le carte originali – conclude Bosco – non è possibile che si siano perse nel nulla».