Il dirigente dell'Asp si presenta nuovamente alle elezioni, questa volta sostenuto da uno dei suoi ex rivali: Piero Mandarà. «Cinque anni fa abbiamo subito l’influenza nefasta di alcuni politici di professione», dice. E cita due suoi compaesani come le figure politiche da cui prendere ispirazione
S.Croce Camerina, l’ex vicesindaco Barone ci riprova «Qui cinque famiglie ricchissime e troppi sul lastrico»
Domenica a Santa Croce Camerina si vota per il nuovo sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale. Quattro i candidati che si stanno contendendo la poltrona di primo cittadino. Tra questi Giovanni Barone, 60enne dirigente medico dell’ASP 7, con alle spalle esperienze amministrative come vicesindaco e presidente del consiglio comunale al fianco di Lucio Schembari, che ora è suo diretto avversario. A sostenerlo è la lista #santacrocerivive. Barone ha incassato l’appoggio di Piero Mandarà e Giovanni Giavatto, suoi avversari alle ultime Amministrative, e ha designato come assessori Filippo Frasca e Piero Mandarà.
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Santa Croce Camerina ha bisogno di qualcuno che conosca a fondo le sue problematiche. In questi anni ho girato il paese, frequentato gli agricoltori, parlato con i disoccupati e gli extracomunitari: ho compreso le reali esigenze della città. A differenza di qualcuno dei miei avversari».
Quali i punti centrali del programma?
«Non possiamo più rinunciare a un piano di sviluppo economico serio, che parta dalla programmazione politica del paese con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Santa Croce è paralizzata: ci sono cinque-sei famiglie ricchissime, una discreta fascia di benestanti e troppe persone sul lastrico. Altri punti imprescindibili sono la sicurezza, l’igiene pubblica e il decoro urbano. Cose semplici e fattibili. Su questi elementi si innesta la riscoperta delle specificità santacrocesi e la valorizzazione delle nostre risorse, che anche i turisti avranno modo di apprezzare».
È una campagna elettorale senza simboli di partiti. Quale la figura di riferimento?
«Le mie figure politiche di riferimento sono due miei compaesani, con un passato da sindaco: Orazio Gulino, che ammiro per la fine arte della mediazione e l’intelligenza politica, e Peppino Mandarà, per la sua vicinanza con il popolo. Sono due personaggi che hanno fatto qualcosa di grande per Santa Croce Camerina. Hanno doti irraggiungibili, da cui mi piacerebbe prendere ispirazione».
C’è un avversario che teme particolarmente?
«Li temo e li rispetto tutti a tre allo stesso modo. Faccio campagna elettorale in base alla mia idea di paese, non in base alle mosse dei miei avversari».
Un pregio e un difetto dell’amministrazione uscente.
«Quello che superficialmente può essere considerato un pregio – ossia arrivare a fine mandato, con coraggio e abnegazione, pur non avendo una maggioranza politica in consiglio comunale e all’interno della città – in realtà si è rivelato anche il principale difetto: il paese è rimasto indietro perché, da qualche anno, l’amministrazione uscente non ha più avuto la forza di governare».
La sua squadra. Da chi è formata e perché credono nel suo progetto?
«Sono presenti anime diverse per cultura e provenienza politica, ma la nostra coesione si fonda sul programma elettorale: le diversità ci permettono di conoscere a fondo le esigenze del paese e di prospettare soluzioni. Lo riteniamo un grande vantaggio».
Cinque anni fa lei era candidato e tra gli avversari aveva Piero Mandarà, che oggi corre al suo fianco. Cosa è cambiato e come si è arrivati a questa unione?
«Cinque anni fa abbiamo subito l’influenza nefasta di alcuni politici di professione che ci gravitavano intorno. Perché il nostro progetto politico aveva molto in comune anche allora. Adesso, nella nostra casa, non accettiamo più ingerenze esterne. Siamo d’accordo su tutto e ci batteremo a testa alta per il bene dei nostri concittadini».