"riconosciamo un valore alla battaglia di tutte le regioni europee che aspirano ad una maggiore autonomia dagli stati centrali, che aspirano ad un vero federalismo fiscale o anche al'indipendenza. Quindi riconosciamo un valore anche a quelle forze che in sicilia si battono per questi obiettivi". Lo dice a linksicilia, marco rondini, capogruppo in commissione affari sociali, per la lega nord a montecitorio.
Rondini (Lega Nord): “L’Unità d’Italia ha fatto male sia al Settentrione che al Meridione”
“Riconosciamo un valore alla battaglia di tutte le regioni europee che aspirano ad una maggiore autonomia dagli Stati centrali, che aspirano ad un vero federalismo fiscale o anche al’indipendenza. Quindi riconosciamo un valore anche a quelle forze che in Sicilia si battono per questi obiettivi”. Lo dice a LinkSicilia, Marco Rondini, capogruppo in Commissione Affari Sociali, per la Lega Nord a Montecitorio.
Una dichiarazione che arriva dopo un comunicato stampa, vergato, forse, con eccessiva fretta, in cui, in buona sostanza, si dava fiato al solito pregiudizio di una Sicilia e di un Sud mantenuti dal ‘Nord’. Tesi ampiamente smentita dagli studi economici della Svimez che, numeri alla mano, ha dimostrato come larretramento del Mezzogiorno sia stato determinato da un progressivo disinteresse dello Stato centrale verso la questione meridionale (potete leggere in questo articolo le conclusioni degli analisti: Le solite bugie sul Sud Italia).
Rondini , nel suo attacco, poi ridimensionato al telefono con LinkSicilia, traeva spunto dai finanziamenti da destinare alle Social Card, di cui in questo momento sta discutendo il Governo romano. “Sarebbe una buona idea se non fosse che, ancora una volta, a beneficiarne saranno esclusivamente i comuni del Sud. Stessa cosa per i fondi a sostegno dei giovani disoccupati, inspiegabilmente indirizzati al solo meridione. Di fronte a questi riprovevoli strascichi di politica clientelare siculocentrica non si può non restare sbigottiti, specie per il fatto che a votarla saranno molti deputati eletti in quel Nord che continuano ad ignorare o, peggio, bistrattare.
I poveri del settentrione non sono diversi da quelli del meridione. Idem i giovani senza lavoro- si legge nel comunicato del parlamentare leghista (nella foto, al centro) – ai quali suggerisco di preparare i bagagli e salire sul primo treno per trasferirsi nel paese di Bengodi, ossia quella porzione di territorio che inizia con il Lazio e finisce con la Sicilia. Sono sicuro che lì non avranno alcun problema a vivere sulle spalle di mamma Stato che paga medicinali, cibo, bollette e che finanzia attività imprenditoriali senza batter ciglio. Noi della Lega Nord, negli ultimi ventanni, abbiamo svelato ingiustizie, doppiopesismo e scandali del Sud. Ebbene, suggerisco di cambiare strategia: trasferiamoci tutti là.
Insomma, dichiarazioni non proprio lusinghiere, se non superficiali e qualunquiste, almeno nella parte che riguardano la Sicilia. Se poi vorranno veramente trasferirsi, sono i benvenuti. Basta che sappiano, che, nel rapporto dare-avere con lo Stato, la Sicilia ci perde alla grande: almeno 5 miliardi di euro di accise sui prodotti petroliferi, per cominciare, che Roma fagocita e che andrebbero alla regione.
Attacchi gratuiti, che però Rondini, nel corso della telefonata, come detto, ridimensiona, ampliando il suo ragionamento: “Nel mio comunicato io mi riferivo al provvedimento sulle Social Card. Non trovo corretto, da parte del Governo, che si privilegi una parte del Paese”. Gli facciamo notare che, al Sud, i disoccupati e i poveri sono almeno il doppio del Nord: “Era così fino a due o tre anni fa. Oggi, le assicuro, la crisi è gravissima anche da noi. Anche tutti quei meridionali che hanno contribuito alla crescita di regioni come la Lombardia o il Veneto, oggi rischiano di ritrovarsi senza fondi per la disoccupazione o per la Social card. E’ una parte del territorio italiano che il Governo non può permettersi di trascurare, parliamo di regioni che hanno prodotto grosse fette di Pil in Italia”.
Il discorso non fa una piega. Ma perché-gli chiediamo- spingersi oltre, cambiare bersaglio e mirare sulla Sicilia? Gli ricordiamo, che è proprio la Sicilia + una delle regioni che ha pagato il prezzo più caro sull’altare dell’Unità d’Italia. Ancora oggi lo Stato nega la territorializzazione delle imposte, prevista dallo Statuto- che è parte della Costituzione italiana – mentre come dimostrato dalla Svimez, i trasferimenti statali sono ormai ridotti al lumicino. Insomma, quello che potrebbe ricevere dagli stanziamenti della Social card, non potrà mai equivalere a quanto le è stato tolto.
Rondini è pacato. Ascolta le nostre osservazioni e aggiunge: “Sia chiaro che quando noi parliamo male del Sud, lo facciamo solo in riferimento alle classi dirigenti che hanno proliferato sulla politica clientelare. Che non ha avuto nessun interesse a risolvere la questione meridionale. Le rivendicazioni, fatte da forze sane, sono del tutto condivisibili. Questa Unità d’Italia è stata solo una campagna di colonizzazione, che non ha fatto bene né al Nord, né al Sud e che, peraltro, ha determinato la questione meridionale.
Riconosciamo un valore alla battaglia di tutte le regioni europee che aspirano ad una maggiore autonomia dagli Stati centrali, che aspirano ad un vero federalismo fiscale o anche al’indipendenza. Quindi riconosciamo un valore anche a quelle forze che in Sicilia si battono per questi obiettivi”.
Ci sembra già un passo avanti. Un leghista che riconosce che Nord e Sud, hanno obiettivi comuni e che entrambe le aree del Paese, hanno pagato fin troppo dazio ad uno Stato accentratore e a Governi Puppet al servizio delle oligarchie europee, è già l’inizio di un dialogo che potrebbe servire a raggiungere obiettivi comuni Al di là di qualche parola di troppo riportata in un comunicato.
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