L'uomo è noto nel piccolo centro del Palermitano per il suo impegno anche nel meetup locale e spesso è entrato in contrasto con l'amministrazione. Il deputato regionale pentastellato Giorgio Ciaccio: «Lunedì chiederò di aprire un'istruttoria in commissione Antimafia regionale»
Roccamena, intimidazione ad attivista M5s Testa di capretto davanti al cancello di casa
Una testa di capretto, una delle più antiche forme di intimidazione di stampo mafioso, è stata fatta trovare appesa nei pressi del cancello della casa della madre di Roberto Mirandola, attivista del Movimento 5 Stelle di Roccamena, nel Palermitano. L’uomo è più volte entrato in polemica con l’amministrazione locale ed è parte attiva del meetup del paese.
«Ringrazio chi mi ha voluto donare la testa di capretto, rinvenuta stamane nel giardino dell’abitazione di mia madre – dice Mirandola – Ma io continuo a ragionare con la mia testa, continuo a battermi per i cittadini e per il bene di questo paese. Insieme a me ci sono tante persone, che magari non possono parlare, non possono esporsi, ma che condividono quanto di scorretto e di degradante è ormai sotto gli occhi di tutti. Io non sono solo, le forze dell’ordine, la magistratura, la stampa libera e i cittadini onesti sono con me. Queste intimidazioni di stampo mafioso di tipo antico le respingiamo al mittente».
Solidarietà a Mirandola è giunta, oltre che dai 5Stelle di Roccamena, anche dai compagni di partito dell’Ars. «A Roccamena si respira un’aria pesante che cerca di mettere a tacere chi non vuole più abbassare la testa, soprattutto dopo lo scioglimento per infiltrazione mafiosa del comune limitrofo di Corleone – sono le parole di Giorgio Ciaccio, deputato regionale pentastellato – L’assenza completa dell’Amministrazione sembra quasi un gesto di connivenza a quello che sta passando la città di Roccamena negli ultimi mesi. Per questo motivo lunedì chiederò di aprire un’istruttoria in commissione Antimafia regionale».