Ritirata la licenza al Goa, dove morì Aldo Naro Chiusa per 20 giorni anche la discoteca Time Less

La discoteca dove è morto Aldo Naro chiude. Il questore di Palermo, Guido Longo, ha revocato la licenza di pubblica sicurezza al Goadove la notte di San Valentino è stato ucciso il 25enne originario di Caltanissetta. Il questore ha deciso la revoca, in quanto sarebbero emersi a carico del titolare e dei gestori «rilevanti responsabilità in ordine alla gestione del servizio di sicurezza del locale. Si sarebbe, altresì, accertato che i giovani dello Zen, reclutati per quella sera da tale responsabile, sarebbero riconducibili ad una famiglia mafiosa». 

Sin dalle prime ore successive all’omicidio le indagini si indirizzarono verso la cattiva gestione dei buttafuori. Ed emerse un sistema parallelo, formato proprio da giovani vicini al clan mafioso di San Lorenzo, tra cui sarebbe un ragazzo della famiglia Militano.

Il Goa non è l’unico locale a cui è stata ritirata la licenza. C’è anche la Time Less che rimarrà chiusa per 20 giorni. Si tratta di una discoteca alle spalle della cattedrale. Longo ha ritenuto «opportuno adottare un decreto di sospensione, ex art. 100 Tulps, della licenza, per i fatti avvenuti la scorsa settimana, allorquando un residente dello stabile, che condivide con il locale l’ingresso e l’atrio, ha avuto un diverbio con personale dello staff ed è stato aggredito, riportando lesioni. Analoghi episodi si erano verificati vedendo coinvolti i residenti dello stabile, il titolare ed i suoi collaboratori». 

I condomini dell’immobile avrebbero lamentato abusi nella conduzione dell’attività quali, ad esempio, la protrazione dell’orario di apertura dell’esercizio pubblico e la musica a volume sostenuto. Il questore ha ritenuto opportuno sanzionare le inottemperanze rilevate anche con la sospensione, per la durata di 20 giorni, della licenza per tenere trattenimenti danzanti e della licenza comunale per la somministrazione di alimenti e bevande, inibendo così l’attività.


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Il questore Guido Longo ha ordinato i provvedimenti. Nel locale dove fu ucciso il 25enne sono emersi a carico del titolare e dei gestori responsabilità per la gestione del servizio di sicurezza, alcuni buttafuori sarebbero riconducibili a una famiglia mafiosa. Nel secondo caso, un residente sarebbe stato aggredito

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