Riscossione Sicilia, si dimette il consiglio d’amministrazione Musumeci: «Ereditata situazione difficile e priva di vigilanza»

Altro che bilanci risanati e conti in regola. A Riscossione Sicilia i conti sembra che non tornino affatto. Questa mattina, si apprende in una nota diffusa da Palazzo d’Orleans, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha ricevuto i componenti del consiglio di amministrazione della partecipata che si occupa di riscuotere i tributi, i quali hanno rappresentato la gravissima situazione economica e amministrativa nella quale versa la società. 

In modo particolare, è stato evidenziato: il vastissimo contenzioso per centinaia di milioni di euro; le inevase richieste dei dipendenti, che a loro volta hanno comportato oltre cinquecento azioni legali; il pesante clima che si respira all’interno dell’azienda; gli incombenti adempimenti in vista dell’attuazione del processo organizzativo stabilito lo scorso anno dall’Assemblea regionale siciliana. Tali condizioni hanno fatto maturare nei tre amministratori la decisione ineluttabile di rassegnare le proprie dimissioni, dopo avere espresso gratitudine al presidente Musumeci per la fiducia loro accordata.

«Il presidente – si legge nella nota – ha preso atto di quanto rappresentato, ringraziando gli amministratori per il lavoro svolto – seppure per un breve periodo – e l’analisi compiuta che ha confermato la piena consapevolezza, da parte di tutto il governo, di quanto pesante fosse la condizione ereditata nella riorganizzazione della società, lasciata negli anni passati al di fuori di ogni vigilanza da parte del governo regionale. Al termine dell’incontro con il consiglio d’amministrazione di Riscossione Sicilia, il presidente della Regione ha riunito la giunta che si è determinata, in relazione alla gravità esposta, ad affidare rapidamente a un nuovo consiglio di amministrazione la prosecuzione del processo previsto dalla legge, ferma restando la tutela di tutti i livelli occupazionali».

«Peraltro – ha precisato il governatore – Riscossione Sicilia non è la sola a destare preoccupazione: sono numerose in Sicilia le società vigilate che sopravvivono in spregio alle più elementari regole di buona amministrazione, ragione per la quale nella legge finanziaria di recente approvazione abbiamo inserito la norma che prevede la sostituzione degli amministratori inadempienti sull’approvazione dei bilanci. Non si può far finta di non vedere questa vasta palude da bonificare. Tolleranza zero dal nostro governo nei confronti di furbetti e spregiudicati».

Riscossione Sicilia, negli anni scorsi, è stata guidata da Antonio Fiumefreddo. L’avvocato etneo, nominato dall’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, si è dimesso a ridosso delle nuove Regionali e in aperta polemica con l’Ars. Un rapporto, quello con i deputati regionali, che ha registrato periodi di fortissima tensione. Prima di lasciare la partecipata, Fiumefreddo ha sottolineato a più riprese i risultati raggiunti.


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