«Non intendo andare avanti con questi signori». È risoluto Antonio Fiumefreddo, nel confermare la volontà di abbandonare la presidenza di Riscossione Sicilia, la società partecipata che nell’Isola riscuote i tributi. La decisione è arrivata subito dopo la sospensione dell’audizione in commissione Bilancio all’Ars, dove l’avvocato etneo stava parlando della situazione finanziaria dell’ente. Tra Fiumefreddo e i deputati regionali da mesi la tensione è alta, con i secondi a denunciare presunte falsità specialmente in merito alle presunte pendenze con il fisco da parte di molti di loro. La questione, venuta fuori già l’anno passato con Fiumefreddo che parlò di 61 deputati morosi, è tornata al centro delle cronache con l’inchiesta della procura di Catania su nove dipendenti di Riscossione, accusati di aver fatto favori ai deputati Nello Musumeci, Nino D’Asero e Raffaele Nicotra.
«Dopo la commissione sono stato dal presidente a fare presente che non intendo andare avanti con queste persone – dichiara Fiumefreddo a MeridioNews -. Crocetta mi ha chiesto di rifletterci, e io ho il dovere di farlo ma non credo di tornare indietro». Per il dimissionario presidente di Riscossione, quanto accaduto oggi, con il presidente della commissione, Vincenzo Vinciullo, costretto a sospendere la seduta non è accettabile. «È stato piuttosto grave, mi hanno cacciato di peso – continua -. Hanno tolto lo streaming e mi hanno fatto accompagnare fuori dai commessi». Fiumefreddo si sofferma poi sulla disputa con il deputato Totò Lentini, che ha ricordato l’imputazione coatta che porterà a processo proprio Fiumefreddo per infedele patrocinio. «Ogni volta in commissione a dire la stessa cosa e gli ho detto di non accettare lezioni da chi ha pendenze – replica l’avvocato etneo -. Ha detto di non avere debiti? Alla fine ha ammesso di avere un piccolo debito, ma il problema non è Lentini che neanche fa parte della commissione Bilancio».
Fiumefreddo oggi ha minacciato di rivolgersi una volta ancora alla procura, dopo che proprio Lentini aveva minacciato che i deputati non avrebbero votato i fondi per Riscossione Sicilia nella finanziaria che l’Ars dovrà votare. «In questi anni ho avuto solo il sostegno del presidente Crocetta – aggiunge – Siamo passato da quattro a dieci miliardi di euro di patrimonio aggredito e invece per i deputati l’importante è dire che io ho infangato l’Assemblea». Quella di oggi l’ultima manifestazione della casta? «Giudichi lei, ma mi pare evidente quello che è accaduto», conclude.
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