Ha guidato la città dal 1998 al 2008 e siede in consiglio comunale ininterrottamente dal 1960. Alle prossime elezioni amministrative l'ex esponente del Partito comunista si rimetterà in gioco nella cittadina etnea. Gli sfidanti saranno con ogni probabilità il sindaco uscente e un consigliere volto dell'opposizione
Riposto, l’81enne Carmelo D’Urso ancora in campo L’uscente Caragliano ed Ezio Raciti altri candidati
«Solo così è possibile avvicinare i giovani alla politica e farli diventare protagonisti del loro futuro». Una nota che pare davvero arrivare da un’altra epoca, finita sui social quasi per sbaglio, per la foto sfocata fatta da qualcuno, sancisce quanto già dato per scontato da molti. Da decenni, vuoi o non vuoi, tutto quello che è politica, ma non solo, nella città del porto dell’Etna rimasto incompiuto per metà, ruota intorno a lui. E potrebbe essere così anche per i prossimi cinque anni e chissà fino a quando. «L’avvocato» si ricandida e, a quasi 81 anni, parte pure favorito. Carmelo D’Urso, ex sindaco di Riposto dal 1998 al 2008, fra maggio e giugno giocherà da protagonista l’ennesima partita elettorale della sua vita. Quando diventò per la prima volta deputato regionale, con il Partito comunista italiano, nel 1963, Giovanni XXIII era morto da soli sei giorni mentre Kennedy guidava ancora gli Stati Uniti. D’Urso, nato il 6 agosto del 1937, è ancora in campo, «Nella consapevolezza di poter essere ancora utile alla comunità», come ha scandito due giorni fa tra le mura del circolo Pd di Riposto, circondato da una nomenclatura che neppure davanti al fenomeno Renzi, da ultimo, si è scomposta o ha ceduto il passo.
Figurarsi se ciò poteva accadere davanti a Enzo Caragliano, primo cittadino uscente, fratello di quel Nino Caragliano che fu negli anni Ottanta la guida degli andreottiani in riva allo Jonio, braccio destro del re della Dc catanese Antonino Drago. Il sindaco, cinque anni fa, aveva battuto Carmelo Spitaleri, medico che nel 2008 era succeduto a D’Urso con la sua stessa benedizione. Che nel 2013, però, non era bastata. Decisiva per far diventare Caragliano sindaco fu l’alleanza con una lista guidata da due consiglieri, Biagio Daidone e Nino Virgitto. Rinviati a giudizio, assieme all’ex deputato Mpa Nino Amendolia, per una presunta tentata estorsione ai danni dell’ex vicesindaco di Caragliano, Gianfranco Pappalardo Fiumara, in cambio dell’appeasement in Consiglio comunale dopo che l’armonia fra gli alleati era saltata.
Mentre i cinque anni di Caragliano scorrevano fra spaccature e le geometrie variabili – il sindaco, eletto con il Pdl, si è avvicinato prima a Crocetta e poi a Luca Sammartino – della maggioranza, D’Urso occupava, come accade ininterrottamente dal 1960, il suo scranno in Consiglio. Facendo e disfacendo le trame dell’aula da leader del Pd, di cui è dirigente così come era stato ai tempi del Pci, del Pds e dei Ds. «L’avvocato», tutti lo chiamano così a Riposto, adesso farà la sua lista assieme proprio a Virgitto e Daidone, oltre che allo zoccolo duro del circolo dem e del centrosinistra locale, tra cui la consigliera Claudia D’Aita. Si era parlato anche di lei come candidata sindaca del centrosinistra, ma alla fine davanti al fattore D’Urso quasi tutti hanno dovuto fermarsi. Con lui ci sarà infatti anche Sebastiano Bergancini, che dal Pd era uscito in polemica qualche mese fa. E pure le voci su un abboccamento con il locale gruppo di Forza Italia, a partire dal consigliere Saro Caltabiano, restano insistenti. Lo stesso consigliere, nome peraltro papabile nel caso la lista del centrodestra riesca davvero a vedere la luce, però smentisce: «Lavoriamo ad una candidatura d’area».
L’avvocato accetta di esserci ancora, sapendo che per lui ciò comporta «l’accantonamento di tanti programmi, primo fra tutti quello di riordinare le mie carte». Docente di diritto all’università, D’Urso possiede uno sterminato archivio personale di libri e documenti accumulati in più di cinquant’anni di vita politica.
Anche il nome di un altro consigliere comunale, Ezio Raciti, era in pista per la nomination unica anti-Caragliano. Già assessore con Spitaleri e volto dell’opposizione irriducibile, è però finito ai ferri corti con D’Urso ed è ormai pronto a lanciare la sua candidatura autonomia. Con lui la locale sinistra radicale, ma anche il mondo cattolico e l’associazionismo, oltre che lo stesso ex sindaco Spitaleri.
A Riposto, in primavera inoltrata e salvo colpi di scena delle prossime settimane dal centrodestra, sarà dunque corsa a tre per le amministrative: il sindaco uscente che ci riprova con la sua ex maggioranza centrista ridimensionata dagli abbandoni, l’ambizioso Raciti e l’intramontabile avvocato D’Urso. Per ciascuno dei candidati una sola lista: la nuova legge elettorale ha introdotto anche a Riposto il maggioritario a turno unico.