Salta l'incontro tra gruppo pd dell'ars e crocetta. Rimandato a giovedi'. Nel giorno in cui e'atteso il verdetto del commissario dello stato sulla manovra finanziaria. Intanto luca bianchi parla di dimissioni. . .
Rimpasto o disastro? Bianchi si dice pronto a lasciare
SALTA L’INCONTRO TRA GRUPPO PD DELL’ARS E CROCETTA. RIMANDATO A GIOVEDI’. NEL GIORNO IN CUI E’ATTESO IL VERDETTO DEL COMMISSARIO DELLO STATO SULLA MANOVRA FINANZIARIA. INTANTO LUCA BIANCHI PARLA DI DIMISSIONI…
Troppo fermento alla vigilia del verdetto del Commissario dello Stato, Carmelo Aronica, sulla manovra finanziaria approvata dall’Ars. Come abbiamo scritto ieri le cronache registrano una nuova puntata dell’eterna bagarre tra il Pd siciliano e il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
Nulla di nuovo in realtà, se non fosse per la coincidenza temporale. Il giudizio sulla Legge di Stabilità (e sul Bilancio) si preannuncia durissimo. Troppe norme prive di una reale copertura finanziaria, troppe cifre ballerine. Insomma il pericolo di una impugnativa pesantissima è dietro l’angolo.
Da qui il sospetto che, in realtà, il Pd, stia cercando di prendere le distanze da una bocciatura clamorosa che il Commissario dello Stato, con tutte le buone intenzioni, non potrà alleggerire più di tanto.
Altra coincidenza: il parere di Aronica è atteso per giovedì. Vedi caso, anche l’incontro previsto per oggi tra il gruppo parlamentare del Pd e Crocetta, è stato rimandato a quel giorno. Mentre domani si riunisce la direzione regionale del partito.
Ad occhio e croce si aspetta di capire quanto sarà dura la batosta prima di decidere il da farsi. Sempre ammesso che resti una scelta. Se ad essere impugnata non sarà solo la Finanziaria, ma anche il Bilancio, il Governo praticamente non potrà più andare avanti. Da questo timore, probabilmente, lo spettro del ritorno alle urne agitato dallo stesso Crocetta.
Intanto, che l’aria che tiri non sia delle migliori, lo testimonia anche la dichiarazione di Luca Bianchi, assessore regionale all’Economia, che, a differenza della crisi di Settembre, si dice pronto a lasciare: «La situazione oggi è più complicata. A settembre era prioritario mettere in sicurezza i conti e labbiamo fatto approvando la Finanziaria. Attenderò di capire come si evolvono i rapporti fra Pd e Crocetta, poi deciderò più serenamente. Questa volta nella crisi cè un coinvolgimento più diretto della segreteria nazionale».
Che abbia messo in sicurezza i conti è una barzelletta che non farà ridere il Commissario dello Stato. Che ci sia un maggiore coinvolgimento della segreteria nazionale è senz’altro vero. E i segnali lanciati dallo staff di Matteo Renzi non sono affatto rassicuranti. Da Davide Faraone, infatti, è partito un siluro verso Palazzo d’Orléans che ha recapitato un messaggio chiaro: i renziani sono pronti ad andare al voto, a Roma come a Palermo.
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