Rifiuti, il bluff delle ‘isole ecologiche’

Più che uninterrogazione rivolta al Governo regionale di Rosario Crocetta sembra un’inchiesta. Un approfondimento con annessa richiesta di accesso agli atti per capire come procede, in Sicilia, la raccolta dei rifiuti.

A chiedere al Governo regionale ‘lumi’ sui rifiuti sono i parlamentari di sala d’Ercole del Movimento 5 Stelle. L’interrogazione è rivolta a già citato presidente della Regione ed all’assessore all’Energia, Nicolò Marino. Tra le prime firmatarie dell’atto ispettivo, le deputate Claudia La Rocca ed Angela Foti.

I grillini puntano i riflettori sulle cosiddette ‘isole ecoplogiche per la raccolta differenziata realizzate in Sicilia. Ebbene, il 70 per cento di questi impianti non funziona.

“Poco più fortunata la sorte dei centri comunali di raccolta – si legge in un comunicato diffuso dal gruppo parlamentare del Movimenti 5 Stelle – dei quali ‘solo’ il 35 per cento è fermo”.

“La mappa che ‘fotografa’ l’impiantistica della Regione siciliana, realizzata dal dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, è impietosa – aggiungono i deputati grillini – e racconta di un sistema di trattamento rifiuti in Sicilia scadente. Delle 259 isole ecologiche esistenti, infatti, ben 183 sono out, mentre solo 63 dei 98 centri comunali di raccolta siciliani sono in attività”.

Ai rappresentanti del Governo regionale i parlamentari chiedono il perché del mancato funzionamento degli impianti e se è in programma la loro attivazione. I parlamentari chiedono inoltre di sapere quali misure il Governo stia portando avanti per prevenire la produzione dei rifiuti ed innalzare il livello di raccolta differenziata, che vede la Sicilia ancora agli ultimi posti in Italia con una percentuale pro capite annua del 9,4 per cento, a fronte della media nazionale del 35,5 per cento.

I parlamentari grilini chiedono “se sono stati predisposti interventi per affrontare le problematiche legate al riutilizzo dei rifiuti e lo stato d’attuazione del programma per l’incremento del sistema impiantistico destinato alla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti”.

Lo sfascio dei rifiuti, in Sicilia, è ancora un mondo da conoscere. Così, per raccogliere altri dati, come già accennato, i parlamentari
grillini hanno anche presentato una richiesta di accesso agli atti all’assessorato all’Energia. Obiettivo: conoscere l’elenco completo degli impianti per il recupero e trattamento dei rifiuti pubblici e privati.

“I rifiuti – afferma Claudia La Rocca (nella foro, a destra) – sono una risorsa, sono oro, e solo quando lo capiremo la Sicilia farà sul serio un passo avanti. Qui non si parla soltanto di tutela dell’ambiente e della salute, già comunque importanti, si parla di economia reale, di lavoro. L’Europa ci chiede il rispetto di una precisa gerarchia nella gestione dei rifiuti e ricordo che ai primi 3 posti sono previsti la prevenzione, il riutilizzo ed il riciclo”.

“Il 90 per cento dei rifiuti prodotti in Sicilia – aggiunge Angela Foti (nella foto sotto, a sinistra) – oggi finisce in discarica con un danno enorme per l’economia e per l’ambiente. Un terzo di questi sono definiti frazione organica e andrebbero a compostaggio (il processo biologico/aerobico che porta alla produzione di una miscela di sostanze umidificate, il compost) se non fosse che l’impiantistica in Sicilia è sottodimensionata o inutilizzata”.

“Questa situazione – continua Foti – è inaccettabile, a maggior ragione se si è consapevoli del fatto che a pesare, puzzare e rendere inservibili tutti gli altri materiali è proprio “l’umido” che finisce nel sacchetto e comporta costosi pretrattamenti. Il rimedio è sbloccare immediatamente i centri di compostaggio il cui iter autorizzativo è fermo in assessorato da mesi. E’ fondamentale, poi, incentivare e promuovere il compostaggio domestico, possibilmente predisponendo un albo dei compostatori con delibera comunale, specialmente nei piccoli comuni e in tutte le zone rurali. Il fertilizzante naturale ottenuto sarebbe utilissimo per il crescente ritorno all’agricoltura biologica”.

Da questa interrogazione e dalla richiesta, avanzata la scorsa settimana sempre dal grillini, di conoscere lo stato dell’arte sulle nergie alternative si capisce che il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle sta prendendo coscienza della propria forza politica.

Ricordiamo, per la cronaca, che, nella seconda metà degli anni ‘80, un solo parlamentare regionale – Franco Piro, he allora militava della Sinistra dei verdi Arcobaleno – a colpi di interrogazioni e interpellanze mise a soqquadro Governo e Ars dell’ìepoca. Quattordicio parlamentari possono fare molto di più nell’interesse della democrazia e della legalità.

Coraggio: i settori sui qualio fare chiarezza non mancano: oltre alle energiew alternative e ai rifiuti c’è tutta la probematica dell’acqua (a cominciare da Sicilacque e Girgenti acque), gli ‘inquacchi’ dell’alta burocrazia regionale (pareri, Segreteria Tecnica della presidenza della Regione, Ufficio Legislativo e Legale), retribuzioni dei ‘presunti’ manager delle società regionali, Piano di sviluppo rurale (questo è un ‘buco nero), Fondo sociale europeo (per capire che fine hano fatto i soldi dell’Fse destinati alla Sicilia finiti a Roma), fondi riservati della presidenza della Regione e della presidenza dell’Ars (a quanto ammontano queste risorse? e a chi sono state asegnate fino ad oggi’), Piani regolatori generali dei Comuni, fondi destinati alla Crias e all’Ircac, gestione dell’Irsap (con riferimento agli incarichi affidati a professionisti). Ci fermiamo qui, ma siamo sicuri che i lettori daranno altri suggerimenti.

 


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