Rifiuti, affari & arresti: i grillini chiedono controlli a tappeto in tutta la Sicilia

IL MOVIMENTO 5 STELLE DELL’ARS SOSTIENE CHE IL FUNZIONARIO DELL’ASSESSORATO REGIONALE AL TERRITORIO E AMBENTE ARRESTATO, GIANFRANCO CANOVA, NON PUO’ AVER FATTO TUTTO DA SOLO. “LE RESPONSABILITA’ VANNO RICERCATE TRA DIRIGENTI E ASSESSORI”

Dopo gli arresti nel mondo della gestione dei rifiuti siciliani – vicenda che potrebbe essere solo l’inizio di un ‘repulisti’ nel settore, stando a quanto affermato dal presidente della Commissione Antimafia di Sala d’Ercole, Nello Musumeci – la politica siciliana comincia a ‘riflettere’ e a mettere i puntini sulle “i”. 

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars, per esempio, “reclama maglie più strette nella rete dei controlli sul ciclo dei rifiuti all’indomani dello scandalo che ha fatto scattare cinque ordini di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta Terra mia”.

Com’è noto, le manette sono scattate per funzionario dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, Gianfranco Cannova, e per  gli imprenditori agrigentini Calogero e Nicolò Sodano, per il catanese Domenico Proto e per il novarese Giuseppe Antonioli.

Le discariche coinvolte in quest’inchiesta sono tre: Mazzarrà Sant’Andrea, Soambiente di Agrigento e Oikos di Motta Sant’Anastasia.

“Da quello che abbiamo appreso dai giornali – afferma la deputata regionale grillina, Angela Foti – dobbiamo ammettere che ancora una volta la realtà supera la fantasia per l’incredibile facilità e sistematicità con cui gli imprenditori e il funzionario regionale arrestati avevano costruito un rapporto che facilitava iter autorizzativi del tutto fuori norma”.

“Non bisogna, comunque, prendersi in giro – aggiunge la parlamentare di sala d’Ercole -. Cannova, da semplice funzionario, non poteva rilasciare autorizzazioni. Le responsabilità vanno ricercate tra chi, nella struttura amministrativa, è ed è stato a lui superiore, anche tra i dirigenti e gli assessori. Un anello della catena insomma, ma non l’unico, di un sistema che negli anni ha creato le condizioni perché migliaia di pratiche e solo gli imprenditori più ‘generosi’ avessero corsie preferenziali”.

“Per la vicenda – affermano i deputati del gruppo – proviamo tanta rabbia ed indignazione. Al contempo ci è più chiaro come sia possibile che per autorizzare un semplice centro di raccolta comunale passino anni e invece per impianti dal fortissimo impatto ambientale e sociale sia filato tutto liscio e in tempi celerissimi”.

“Alla luce di queste sconvolgenti rivelazioni – prosegue il comunicato dei grillini dell’Ars – siamo ancora più fortemente convinti che la Regione debba rivedere l’iter autorizzativo e mettere in discussione ogni autorizzazione e ogni parere positivo rilasciato dall’assessorato Territorio e Ambiente , finché tutto non venga chiarito. Auspichiamo inoltre che scattino controlli a tappeto sulla sicurezza dell’ambiente e della salute. Non diamo per escluso, infatti, che anche questi siano stati inficiati dalla corruzione. Finché i sistemi autorizzativi saranno altamente burocratizzati risulteranno fragili e fortemente permeabili alla corruzione”.

“Dopo questi fatti – concludono i parlamentari Cinquestelle dell’Ars – ci sentiamo ancora più vicini ai comitati cittadini che da anni denunciano le gravi irregolarità che finalmente cominciano ad affiorare”.


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