Rifiuti, a Catania si paga la Tari più elevata in Sicilia Oltre 500 euro a famiglia per casa di cento metri quadri

Tari salate a fronte di servizi scadenti. Questa la fotografia che Cgil e Federconsumatori reigonale fanno della gestione del settore rifiuti per quanto riguarda la parte che più da vicino riguarda i cittadini: le tasse e la pulizia di città e strade. Dai dati divulgati emerge che la tariffa media regionale in Sicilia è di 386 euro all’anno, prendendo come riferimento una famiglia di tre persone e un’abitazione di cento metri quadrati. A livello nazionale la tassa scende a 312 euro.

Tra le città quella messa peggio è Catania dove la tassa lievita a 504 euro, seguono Agrigento e Messina con 428 e 422 euro. A Palermo, invece, la Tari per una famiglia di tre persone e una casa di cento metri quadri è di 309 euro. A Enna – dove nell’ultimo anno la tariffa è scesa del nove per cento – si pagano 254 euro.

«I comuni – dichiara Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia – dovranno adeguarsi alle nuove regole definite dall’Arera e la Regione modificare la legge di riferimento riducendo dagli attuali 18 a 9 gli Ato cui affidare la pianificazione». A intervenire è anche Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia. «C’è la necessità che le amministrazioni locali definiscano il proprio regolamento entro il 31 marzo per fare scattare gli standard qualitativi a partire da gennaio 2023». Entrambe le sigle ricordano poi come «il sistema di gestione del ciclo dei rifiuti continui a reggersi ancora oggi in Sicilia sulle discariche mentre abbiamo bisogno di impianti a servizio della raccolta differenziata, come ci chiede l’Europa e il nuovo modello di economia circolare».


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo