Nasce una nuova associazione di volontariato che, partendo da un movimento spontaneo, aderisce a un fenomeno che esiste in altre città d'Italia come Roma e Milano. I retaker intervengono nei quartieri per ripristinare e ripulire i luoghi vandalizzati della città su segnalazione degli stessi cittadini
Retake, volontari per ripulire la città «Diamoci da fare con gesti concreti»
Riprendersi la città. Spazi che appartengono a tutti, risorse della comunità. Negli ultimi anni a Palermo sono in aumento le associazioni di cittadini che si rimboccano le maniche e partendo da piccoli gesti, cercano di fare qualcosa di utile. Tra queste c’è anche Retake Palermo – Tramiamociviltà. «Abbiamo iniziato la nostra attività come movimento spontaneo circa un anno fa – spiega il coordinatore Marco D’Amico – pulendo le pensiline del tram. Poi abbiamo deciso di aggregarci a Retake, un fenomeno già attivo anche a Roma e Milano».
Il movimento si costituisce ufficialmente in associazione di volontariato e si presenta alla città giovedì prossimo. «Siamo partiti in due, io e Valeria Piazza, adesso abbiamo 1.300 follower su Facebook e un cinquantina di persone che attivamente fanno con noi i retaker». Un retaker è un cittadino che si dedica attivamente al recupero degli spazi e dei beni pubblici, che versano in uno stato di degrado «legittimati dall’art.118, IV comma, della Costituzione italiana (principio di sussidiarietà) e dall’art. 639 del codice penale (illegalità delle scritte vandaliche)». Poi c’è la partecipazione degli sponsor che in alcuni casi forniscono il materiale per la pulizia.
Il movimento Retake sta svegliando la sensibilità delle persone di ogni età e provenienza. «Le risposte che riceviamo dai cittadini sono di due tipi – continua D’Amico – ci sono quelli che si incuriosiscono e che vogliono aggregarsi a noi e poi c’è la solita vecchia risposta: “tanto domani sarà di nuovo tutto sporco”». I nuovi membri del movimento si sono avvicinati attraverso i social o durante gli interventi sul territorio: «Cerchiamo di coinvolgere le persone che abitano nel quartiere dove facciamo i retake, perché sono loro che ne usufruiranno dopo, come è successo ai giardini della Zisa».
Giovedi, dopo un incontro a palazzo delle Aquile «ci sposteremo per le strade del centro storico per un retake speciale, nel quale verranno ripuliti i pannelli informativi, le mappe e i cartelli che i turisti, e non solo, trovano in giro per la città ricoperti da scritte e adesivi, a cui parteciperanno in qualità di ospiti d’onore, oltre ai volontari di Retake Palermo, dell’Associazione ParteciPalermo e delle Officine Culturali Costanza d’Altavilla, anche 30 giovani provenienti da tutta Europa». Questi ultimi sono i partecipanti al progetto internazionale YOU.CO.DE. organizzato dal CEIPES (Centro Internazionale per la Promozione dell’Educazione e lo Sviluppo) provenienti da Italia, Spagna, Armenia, Turchia, Estonia, Francia, Grecia, Polonia, Romania, Ungheria e Portogallo.
I quattro pilastri dell’associazione sono: formazione e comunicazione, per creare una cultura diffusa di senso civico e dell’importanza di prendersi cura della propria città; collaborazione con le istituzioni e regole chiare per favorire progetti di cittadinanza attiva; spazi pubblici per i giovani artisti di Palermo per creare arte nella legalità; controlli e sanzioni. E sono già tante le segnalazioni arrivate dai cittadini con le quali i membri dell’associazione hanno stilato una lista di 12 obiettivi da portare a termine nei prossimi mesi. «Dopo aver portato a termine l’iniziativa di giovedì faremo dei seminari nelle scuole elementari e medie, perché puntiamo molto sulle nuove generazioni. E ci prefiggiamo di fare due retake al mese, uno nel centro storico e uno in periferia».
I cittadini che segnalano le problematiche dei quartieri spesso si mettono anche in gioco per riprendersi la città: «Non bisogna rimanere a casa a lamentarsi e limitarsi a fare rivoluzioni da tastiera – conclude il coordinatore – ma è necessario compiere piccoli gesti per cambiare le cose».